I buoni non sono così buoni
Israele, il fascismo, i movimenti pro vita: ogni scusa è buona per aizzare la violenza e l’intolleranza delle frange più radicali della sinistra. Il nemico di turno è funzionale a sfogare pulsioni nefaste. Pulsioni che poco hanno a che fare con la battaglia del momento. Ieri a farne le spese è stata l’Università di Pisa. Una ventina di membri dei collettivi, infatti, ha fatto irruzione in un’aula del dipartimento di scienze politiche, dove stava tenendo una lezione il professor Rino Casella, docente di diritto costituzionale comparato.
Gli autori del blitz hanno strappato il microfono dalle mani del docente, gettando poi a terra il libro di testo, sul quale vi era una bandierina americana. Tanto è bastato per bollare il professore come “Sporco imperialista”. In seguito, quando uno studente ha provato a strappare ai manifestanti la bandiera della Palestina, i membri dei collettivi lo hanno aggredito. Il professore si è messo in mezzo, subendo anche lui le percosse.
“Mi accusano di essere sionista – ha raccontato il professore – solo perché ho sempre detto che non sono un pro Pal”.
“Nessuno degli oltre 200 studenti che stavano assistendo alla mia lezione – ha proseguito Casella – ha solidarizzato con queste persone e quando uno studente ha tentato di strappare loro di mano la bandiera palestinese sono partite le botte, mi sono messo a fargli da scudo ma sia il ragazzo che io abbiamo subito calci e pugni. Al pronto soccorso hanno stilato un referto di 7 giorni”.
Casella ha poi presentato denuncia contro gli aggressori. Il docente ha inoltre rilasciato un’intervista al Corriere della Sera, in cui ha evidenziato il clima di odio, che potrebbe presto mietere vittime.
La condanna del Ministro Bernini
Su quanto accaduto è intervenuto anche il Ministro dell’Università Anna Maria Bernini, che ha telefonato al rettore dell’ateneo, Riccardo Zucchi, al professore aggredito, Rino Cascella, e al prefetto di Pisa, Maria Luisa D’Alessandro.
“Le Università – ha dichiarato Bernini – non sono zone franche dove è consentito interrompere lezioni o aggredire professori. Quanto accaduto all’ateneo di Pisa è intollerabile per una società che si riconosce nei valori della democrazia e irricevibile per una comunità accademica, come quella pisana e italiana tutta, aperta, libera e inclusiva”.




