Meloni a Bari: “Dalla sinistra totale assenza di umiltà”
Si avvicina la tornata amministrativa del 23-24 novembre. Gli elettori saranno infatti chiamati ad eleggere i nuovi Presidenti e i Consigli regionali di Campania, Puglia e Veneto. Due regioni in mano al centrosinistra e una al centrodestra, che, salvo sorprese, dovrebbero restare tali. In occasione di un comizio a Bari per sostenere la candidatura di Luigi Lobuono, Meloni ha attaccato duramente l’approccio degli avversari al confronto politico.
“Questa supponenza ha portato la sinistra ai margini della vita politica, la totale assenza di umiltà, di mettersi in discussione, che non li fa ascoltare mai e li fa solo parlare tra loro in una stanza”, ha affermato la premier.
In effetti le sconfitte che da anni hanno colpito il centrosinistra raramente sono state seguite da un’analisi approfondita o da qualche mea culpa. Un discorso, ovviamente, che non riguarda solo l’Italia. Dalla Brexit a Trump, passando per la crescita della destra identitaria in tutta Europa, la sensazione è che la sinistra abbia preferito optare per la demonizzazione dell’avversario, invece che comprenderne le motivazioni.
Ecco dunque che l’affondo della premier tocca un tasto dolente, anche se i destinatari probabilmente non riusciranno a farne tesoro. Il palco del Teatro Team, del resto, ha visto Meloni condividere diverse riflessioni sull’attuale momento politico.
A cominciare dagli interventi a gamba tesa di sindacati e magistratura. “Abbiamo messo in manovra una misura sui rinnovi contrattuali, che voleva la Cgil, e la Cgil cosa fa? Sciopero generale, di venerdì – polemizza la premier – Non sia mai che la rivoluzione la facciano di martedì, a dimostrazione che i diritti dei lavoratori non sono prioritari per alcuni”.
Nel mirino della premier la magistratura politicizzata
Per quanto riguarda l’attivissimo delle toghe, Meloni rivendica con orgoglio la riforma della magistratura, che a breve sarà sottoposta a referendum.
“Dopo decenni, siamo riusciti ad approvare la riforma che introduce la separazione delle carriere tra giudici e Pm, che significa rafforzare la terzietà del giudice, quindi un processo più giusto – spiega la leader di FdI – Che istituisce l’alta corte disciplinare, che significa che finalmente quando un magistrato sbaglierà ci sarà un organismo terzo a giudicarlo, perché come dice l’uomo ragno, da un grande potere derivano anche grandi responsabilità. E che prevede che i membri del CSM siano sorteggiati tra magistrati con specifici requisiti, che significa liberare i magistrati dal giogo di dover dipendere dalle correnti politicizzate piuttosto che dal proprio merito per avanzare di carriera”.
“Norme di buon senso – prosegue Meloni – per le quali veniamo ovviamente accusati di qualsiasi nefandezza. Dicono che noi vogliamo i pieni poteri, che vogliamo assoggettare la magistratura alla politica, ma quello che non sopportano è che noi stiamo facendo esattamente il contrario, perché noi togliamo ai partiti la facoltà di nominare un pezzo del CSM. Ed è questo che in realtà alla sinistra non va giù, che togliamo il controllo dalla politica, perché noi non vogliamo una magistratura controllata da noi, vogliamo una magistratura che non sia controllata da nessuno”.
“Vogliamo una magistratura – conclude la premier – che sia libera e io sono certa che migliaia di magistrati nel segreto dell’urna voteranno a favore di questa riforma che libera il loro merito. E loro lo sanno, pure esponenti della sinistra voteranno in segreto a favore, eh, lo sanno che sono norme di buon senso. Infatti che dicono? Votate no al referendum per mandare a casa la Meloni. Ma signori, mettetevi l’anima in pace. La Meloni insieme al governo, arrivano alla fine della legislatura e poi chiedono agli italiani di essere giudicati sul totale del loro lavoro. Ok? Alla Meloni a casa ce la possono mandare solo gli italiani, signori. Una cosa alla quale la sinistra non è abituata, la democrazia”.




