Ieri sera i tre principali candidati sindaci della campagna elettorale di New York si sono sfidati nel primo dibattito pubblico a poche settimane dal voto.
Il democratico socialista Zohran Mamdani, l’indipendente Andrew Cuomo e il repubblicano Curtis Sliwa sono stati protagonisti di un confronto acceso, durante il quale si sono punzecchiati a vicenda.
Volano stracci tra Cuomo e Mamdani
Sliwa ha definito i suoi due rivali come “gli artefici e gli apprendisti” di politiche come la riforma della cauzione, l’innalzamento dell’età minima per essere processati come adulti e la chiusura di Rikers Island.
“Grazie a Dio non sono un politico professionista perché sono stati loro a contribuire a creare questa crisi criminale che stiamo affrontando in città”, ha detto il repubblicano.
Mamdani è stato decisamente il più bersagliato a causa delle sue idee riformiste. Nonostante gli attacchi, il 33enne non si è mostrato turbato dalle critiche degli oppositori. Ha continuato a fare pressione su Cuomo, parlando dello scandalo delle molestie sessuali che ha posto fine al suo mandato da Governatore.
Ha inoltre fatto riferimento all’indagine in corso sulla gestione della pandemia da parte dell’ex leader statale. “Quello che non ho in esperienza, lo compenso con l’integrità”, ha detto Mamdani. “Ma quello che non hai in integrità, non lo puoi mai compensare con l’esperienza”.
La replica di Cuomo
I sondaggi al momento mostrano il 33enne con un vantaggio a due cifre su Cuomo, anche se il divario si è ridotto nell’ultima analisi di Quinnipiac, con l’indipendente dato ora a -13.
Dal canto suo, l’ex Governatore ha definito discriminatorie le dichiarazioni di Mamdani sulla polizia e ha lasciato intendere che non avrebbe protetto gli ebrei newyorkesi perché non aveva condannato l’uso dello slogan “globalizzare l’intifada”.
“Ditelo e basta. ‘Lo denuncio'”, ha detto Cuomo. “Non lo farà. È questo il problema.”
Il candidato indipendente, tuttavia, ha avuto difficoltà a rispondere a una domanda sul suo rapporto con la comunità musulmana della città, stimata in oltre 750.000 residenti.
Durante il dibattito finale delle primarie, Cuomo non è riuscito a nominare una sola moschea che avesse visitato durante i suoi anni da Governatore.
La “questione Trump”
La campagna di Mamdani si è concentrata sull’accessibilità economica, con la promessa di rendere gratuiti gli autobus, congelare i costi degli alloggi e fornire un servizio universale di assistenza all’infanzia.
Durante il dibattito gli è stato chiesto come avrebbe finanziato le sue proposte, che si stima costeranno fino a 9 miliardi di dollari. “Pura fantasia”, ha ribadito Sliwa.
Tutti i candidati hanno inoltre affermato che si sarebbero opposti al Presidente Trump se avesse tentato di schierare la Guardia Nazionale in città.
Cuomo ha affermato che avrebbe combattuto Trump “in ogni modo se avesse cercato di danneggiare New York”.
Immediata la replica di Mamdani: “A meno che non strumentalizzi il Dipartimento di Giustizia per attaccare la Procuratrice generale dello Stato”.
Sliwa, dal canto suo, ha fatto notare che il presidente ha minacciato di sospendere i finanziamenti federali se Mamdani vincesse le elezioni.
“Guarda, puoi essere duro, ma non puoi esserlo se questo argomento. Costerà alla gente fondi federali di cui ha disperatamente bisogno”, ha detto.
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