A pochi giorni dalla parata del 3 settembre a Pechino, alla presenza del leader cinese Xi Jinping e nel mezzo di crescenti fibrillazioni nell’Indo-Pacifico, riesplode la tensione tra Cina e Stati Uniti. Fonte dei nuovi attriti è il viaggio a Taiwan dei senatori americani Roger Wicker e Deb Fischer, entrambi dell’Armed Service Committee. I due hanno rassicurato il Presidente Lai Ching-te (William Lai) sulla cooperazione in materia di sicurezza e insistito sulla solidità dei rapporti tra Washington e Taipei.
Le accuse della Cina al leader di Taiwan
Per la Cina, Lai è un “pericoloso separatista”. E dal Ministero degli Esteri di Pechino è stato manifestato “estremo disappunto” per l’iniziativa. I due senatori sono i primi rappresentanti dell’Armed Services Committee del Senato a recarsi a Taiwan dal 2016.
Gli Usa sono l’alleato più importante dell’isola “ribelle”, anche in considerazione delle forniture di armamenti pur in assenza di relazioni diplomatiche formali. Lai ha ringraziato la superpotenza alleata per il rafforzamento delle capacità di difesa “di fronte alle minacce dell’autoritarismo”.
“Il tentativo di alcune forze esterne di controllare la Cina tramite Taiwan equivale a giocare con il fuoco e chi gioca con il fuoco si brucia”, ha replicato il Viceministro degli Esteri Ma Zhaoxu, insistendo sul principio di “un’unica Cina”, caro alla Repubblica Popolare. “La questione di Taiwan è un affare interno della Cina interesse centrale per la Cina – ha ribadito Ma – E non tolleriamo interferenze esterne”.
Il nodo delle spese per la difesa
Taiwan sta lavorando per raggiungere il 5% di Pil in spese per la difesa. Lai ha pubblicato su X immagini di una visita a una base della Marina e fatto un doppio annuncio: “oltre a spese per la difesa che raggiungano il 3,32% del Pil nel 2026, puntiamo anche ad arrivare al 5% del Pil entro il 2030”. Il Presidente ha poi insistito sul “rafforzamento delle capacità di difesa” e sull’impegno di Taiwan “per la pace attraverso la forza”.
Contemporaneamente crescono anche le spese per la Difesa della Cina. Quest’anno è stato comunicato un 7,2% in più rispetto al 2024. Nel 2013 le spese dichiarate per il comparto erano di 720 miliardi di yuan, come hanno ricordato gli analisi dello Stockholm International Peace Research Institute. Oggi si parla di 1,78 trilioni di yuan, l’equivalente di poco meno di 250 miliardi di dollari.
L’annuncio di Trump e la replica cinese
La leadership taiwanese è stata recentemente accusata dal Presidente statunitense Donald Trump di non spendere abbastanza per la difesa. Gli Usa vorrebbero infatti che raggiungesse il 10%. Trump ha raccontato a Fox News di aver avuto da Xi la garanzia che non ci sarà una temuta invasione di Taiwan fin quando lui sarà alla Casa Bianca.
La reazione cinese è arrivata a stretto giro, attraverso la portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Mao Ning: “Faremo il massimo sforzo per la riunificazione pacifica, ma non permetteremo mai a nessuno di separare Taiwan dalla Cina”. Parlando ai giornalisti durante un briefing, Mao ha inoltre sottolineato che “la questione di Taiwan è puramente un affare interno della Cina e come risolverla riguarda il popolo cinese”, rimarcando che “Taiwan è parte inalienabile del territorio cinese”.