Israele frena gli entusiasmi
Il mondo sta festeggiando la firma dell’accordo tra Israele e Hamas. L’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu, tuttavia, ha precisato che la tregua “entrerà in vigore dopo l’approvazione dell’accordo da parte del governo […] contrariamente a quanto riportato dai media arabi”.
Un funzionario israeliano ha spiegato che il gabinetto di sicurezza si riunirà oggi alle 17 (ora italiana) per discutere dell’intesa, prima di una votazione da parte del governo al completo. Il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, uno dei falchi dello Stato israeliano, ha già annunciato il suo voto contrario.
“C’è un’immensa paura delle conseguenze dello svuotamento delle prigioni – ha scritto su X – e del rilascio della prossima generazione di leader terroristi che faranno di tutto per continuare a versare fiumi di sangue ebraico qui, Dio non voglia”.
“Solo per questo motivo – ha dunque precisato – non possiamo unirci a festeggiamenti miopi o votare a favore dell’accordo”.
Nonostante fondamentale per la tenuta dell’esecutivo israeliano sia l’apporto della destra radicale, sembra davvero difficile a questo punto che Gerusalemme possa fare dietrofront. Troppe le pressioni internazionali, a cominciare da quelle operate da Donald Trump, desideroso di chiudere una volta per tutte la questione.
A favore dell’accordo, del resto, si sono espresse figure di primo piano dello Stato ebraico. Oltre allo stesso Netanyahu, ad esempio, anche il ministro degli Esteri Katz ha annunciato la sua adesione al cessate il fuoco.
“Oggi, alla riunione del governo, avrò l’onore di votare per la terza volta (dopo novembre 2023 e gennaio 2025) a favore del piano per il rilascio dei rapiti – ha spiegato su X Gideon Saar – Lo farò con orgoglio, con tutto il cuore e con grande gioia. Senza sottovalutare i prezzi legati al rilascio di terroristi abietti. Ho visto da vicino l’angoscia delle famiglie, la loro smisurata sofferenza. Mi emoziono insieme a loro, come tutto il popolo d’Israele, in attesa dell’imminente incontro con i loro cari che hanno aspettato e per due anni”.
“Donald Trump è un grande amico di Israele – ha continuato – È anche un leader eccezionale nella sua capacità di sfruttare e creare opportunità storiche. Il popolo d’Israele gli è molto debitore. Desidero lodare la leadership del Primo Ministro Benjamin Netanyahu: ha sostenuto prove difficili. Abbasso il capo davanti alle famiglie in lutto che hanno pagato il prezzo più caro e pesante di tutti. Saluto i vostri figli e le vostre figlie che hanno dato la vita. Il popolo d’Israele vi è immensamente debitore”.