Salvini invita Orbán all’inizio dei lavori per il Ponte sullo Stretto
Si è appena conclusa la visita al MIT di Viktor Orbán. Dopo i bilaterali di ieri con Papa Leona XIV e la premier Giorgia Meloni, il presidente magiaro si è infatti recato dall’amico Matteo Salvini. L’incontro è durato all’incirca un’ora, con i due leader che hanno affrontato numerosi dossier.
Un’affinità, la loro, persino maggiore rispetto a quella che intercorre tra il numero uno di Budapest e la presidente del Consiglio italiana. L’incontro, non a caso, è stato definito “affettuoso” dallo staff del ministro e vicepremier.
“È stata l’occasione per fare il punto sulla situazione internazionale – ha poi spiegato – con riferimento alle infrastrutture e agli equilibri geopolitici. Sono stati affrontati altri temi come la pace, la dura critica al green deal e alle politiche suicide dell’Unione europea. Massima sintonia sul contrasto all’immigrazione clandestina. Salvini e Orbán si sono soffermati davanti al plastico del Ponte sullo Stretto, collocato all’ingresso del Ministero: è un’opera che crea aspettative e curiosità anche a livello internazionale. Salvini lo ha invitato all’avvio dei cantieri”.
“Sempre un piacere incontrare Viktor Orbán – ha twittato Salvini – Grazie della visita, amico mio!”. Sopra il post le due bandiere, ungherese e italiana, con in mezzo una stretta di mano.
Asse Budapest-Praga-Bratislava per contrastare Kiev
La visita in Italia del premier magiaro s’inserisce in un tornante complesso per gli equilibri del Vecchio Continente. L’ascesa in Repubblica Ceca del nazionalista Andrej Babis ha infatti creato nella Mitteleuropea un blocco di Paesi sovranisti che vogliono ritagliarsi un ruolo da protagonisti.
Con l’Ungheria di Viktor Orbán e la Slovacchia di Robert Fico, infatti, la Repubblica Ceca vuole impedire l’ingresso in UE dell’Ucraina. Parimenti, i tre Paesi vorrebbero instaurare rapporti non conflittuali con la Russia. Orbán, non a caso, è arrivato a criticare Trump per il suo approccio a Putin, chiedendo un cambio di rotta.
L’incontro con i leader italiani doveva servire a trovare un terreno comune su dossier che dividono la destra europea. Come da pronostici l’intesa non è riuscita. Italia e Ungheria, tuttavia, mantengono posizioni simili su molti altri temi, come il contrasto alla rimozione dell’unanimità in sede UE, la denuncia del green deal e la lotta all’immigrazione clandestina.





