Nell’ambito dell’inchiesta su tangenti, che sarebbero state pagate ad Hunter Biden da un uomo d’affari ucraino in cambio di decisioni politiche, i due Comitati del Congresso, che stanno indagando, avevano ordinato il 13 dicembre scorso al giovane avvocato Biden di presentarsi a Capitol Hill.
I componenti della Commissione Giustizia intendevano interrogare il figlio del Presidente per fare luce sulle accuse che travolgono la famiglia della Casa Bianca. I fatti in questione risalirebbero al periodo in cui Joe Biden era alla vicepresidenza degli Stati Uniti (governo Obama) e quindi, secondo l’accusa, proprio grazie al suo ruolo avrebbe influenzato alcune decisioni del governo ucraino, ricevendo in cambio una lauta ricompensa, circa 20 milioni di dollari.
L’invito a presentarsi, però, era stato rifiutato dall’indagato, pertanto i due Comitati avevano deciso di riunirsi per citarlo in giudizio con l’accusa di oltraggio al Congresso degli USA. Ieri, a sorpresa il colpo di scena: Hunter si è presentato ad una riunione del Comitato di investigazioni, in compagnia dei suoi avvocati. Una breve comparsa con un atteggiamento, definito dai repubblicani, sprezzante e provocatorio.
Due commissioni del Congresso indagano su Hunter Biden
I fatti sono noti. Da mesi la Commissione di Giustizia e la Commissione di Controllo del Congresso indagano sulle attività del figlio del Presidente, che secondo l’accusa avrebbe offerto servigi poco chiari ad aziende straniere, ricavandone pagamenti milionari sui quali avrebbe anche evaso le tasse.
Recentemente le due Commissioni hanno chiesto al rampollo Biden di presentarsi per un interrogatorio a porte chiuse, ma egli si è rifiutato, dichiarandosi disposto solo a testimoniare in un’audizione pubblica. Una presa di posizione che i membri del Comitato hanno bocciato, perché non spetta a un privato cittadino dettare i termini di un mandato di comparizione del Congresso. Pertanto, i due comitati congiuntamente avevano deciso di proseguire e citare Hunter in giudizio per oltraggio al Congresso.
Hunter punta sulla protezione paterna?
La decisione improvvisa di Hunter Biden di presentarsi improvvisamente a Capitol Hill, ieri, ha fatto infuriare i repubblicani. I rappresentanti del GOP ritengono che le gesta di Hunter siano una provocazione dettata dalla certezza che il Dipartimento di Giustizia, nominato dal Presidente, non procederà nei suoi confronti:” Hunter non si e presentato il 13 dicembre va quindi messo sotto accusa per oltraggio al Congresso” hanno chiarito i rappresentanti GOP.
Una richiesta quella dei repubblicani che, accusando il Dipartimento di Giustizia di doppio standard hanno, evidenzia il caso di Steve Bannon e Peter Navarro, due consiglieri di Trump che sono stati perseguiti per non aver obbedito al mandato di comparizione del Congresso. I fatti sono accaduti quando i Dem avevano la maggioranza alla Camera. Cosa accadrà ora che la Camera è a maggiorana repubblicana? Una domanda la cui risposta influenzerà pesantemente la campagna elettorale presidenziale.
Audizione di Biden, cosa è accaduto
Secondo alcuni testimoni presenti e cosi come riportato dalle maggiori testate americane, il rampollo Biden è arrivato alla riunione del Comitato di Controllo del Congresso si è seduto, rimanendo in silenzio e con le braccia incrociate, e ha ascoltato gli interventi dei rappresentanti repubblicani.
Nancy Mace – repubblicana della Caroline del Sud, non si è risparmiata, e con un linguaggio anche colorito, ha tuonato: “Sei l’essenza del privilegio bianco, entri nel Comitato di Controllo ci sputi in faccia, ignori un mandato di comparizione del Congresso. Di cosa hai paura? Non hai le palle”. Concludendo il suo intervento la Rappresentante della Camera ha chiosato: “Penso che Hunter Biden dovrebbe essere arrestato proprio qui, in questo momento, e andare dritto in prigione”.
A propria volta i membri democratici del Comitato provavano ad esortare gli avversari per consentire ad Hunter Biden di parlare, ma il presidente del Comitato, il repubblicano James Comer, non ha inteso concedergli tale privilegio: ” Il signor Biden – ha detto- non fa le regole! Siamo noi a farle! Non forniremo ad Hunter Biden un trattamento speciale a causa del suo cognome. Tutti gli americani sono uguali di fronte alla legge!”.
Cosī dopo circa mezz’ora, Biden e il suo entourage hanno lasciato la sala delle udienze, proprio mentre la deputata repubblicana della Georgia Marjorie Taylor Greene iniziava a parlare accusandolo di codardia.
Hunter Biden si dichiara perseguitato
Lasciando l’aula dell’audizione, Hunter Biden non ha risposto alle domande dei giornalisti che lo attendevano all’uscita. Solo il suo avvocato Lowell ha rilasciato una dichiarazione in cui ha ribadito che il suo cliente ha rifiutato di testimoniare a porte chiuse per evitare che le sue dichiarazioni fossero distorte dai repubblicani. Lowell ha accusato anche il partito repubblicano di usare Hunter Biden “come surrogato per attaccare suo padre”.
L’intreccio politica giustizia si fa sempre più intricato, agli americani resta il tempo per verificare e capire se davvero il Dipartimento di Giustizia, nominato dell’amministrazione Biden, usa due pesi e due misure quando si tratta di esponenti politici.
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