Golden Dome potrebbe costare fino a 500 miliardi di dollari
Ieri Donald Trump ha annunciato ufficialmente il progetto “Golden Dome”, un ambizioso sistema di difesa missilistica destinato a proteggere l’intero territorio degli Stati Uniti da minacce avanzate, inclusi missili balistici, ipersonici e da crociera. Ispirato all’Iron Dome israeliano, il Golden Dome mira a essere una versione potenziata e spaziale, con una rete di satelliti e intercettori orbitali.
L’investimento iniziale sarà di 25 miliardi di dollari. Il costo totale è invece stimato tra i 175 e i 500 miliardi. Siamo dunque di fronte a uno dei più grandi progetti tecnologici legati alla difesa nella storia degli Stati Uniti. A guidare l’iniziativa sarà il generale Michael Guetlein della U.S. Space Force. Questi potrà avvalersi della collaborazione di aziende come SpaceX, Lockheed Martin e Palantir.
Il sistema prevede una difesa multilivello, con sensori spaziali per il tracciamento in tempo reale, intercettori in grado di colpire missili nella fase di lancio e armi a energia diretta. L’obiettivo è avere una capacità operativa iniziale entro il 2026, con ulteriori componenti implementati entro il 2030.
Nonostante l’entusiasmo dell’amministrazione Trump, il progetto ha sollevato numerose preoccupazioni. Esperti militari e analisti hanno messo in dubbio la fattibilità tecnica di un sistema così complesso, sottolineando che la difesa di un territorio vasto come gli Stati Uniti sia molto più impegnativa rispetto a quella di Israele.
Inoltre, il costo elevato e l’assenza di un piano dettagliato hanno alimentato lo scetticismo. Alcuni critici temono poi che il Golden Dome possa destabilizzare l’equilibrio nucleare globale, spingendo Paesi come Russia e Cina ad ampliare i loro arsenali per superare il nuovo scudo difensivo.
Il Golden Dome potrebbe avere infatti ripercussioni significative sulle relazioni internazionali. La possibilità di una militarizzazione dello spazio e la percezione di una minaccia alla deterrenza nucleare potrebbero innescare una nuova corsa agli armamenti. Inoltre la partecipazione di aziende private e la mancanza di trasparenza nel processo decisionale sollevano interrogativi sulla governance del progetto.
Trump ha tuttavia difeso energicamente il sistema, presentandolo come una necessità per garantire la sicurezza nazionale. “Non possiamo permetterci di essere vulnerabili di fronte a minacce avanzate”, ha spiegato il tycoon.





