Con gli anni sempre più italo-americani votano il GOP
Che gli italo-americani siano una roccaforte democratica è una favoletta che in molti tentano ancora di accreditare come vera. La realtà è ben diversa. Non solo il GOP attira una parte significativa dei nostri connazionali in America, ma ne rappresenta addirittura la maggioranza relativa. A spiegarlo una fonte al di sopra di ogni sospetto, ossia il presidente della National Italian American Foundation, Robert Allegrini.
La NIAF, come è noto, non aderisce a nessun partito o ideologia, volendo rappresentare la comunità d’italiani e italo-discendenti negli Stati Uniti, a prescindere dal credo politico. Nel corso di un’intervista al Quotidiano Nazionale, Allegrini ha condiviso alcune riflessioni molto interessanti su com’è cambiata la geografia elettorale americana nei decenni. A cominciare dalla scelta tra democratici e repubblicani.
“I sondaggi mostrano una leggera preferenza per il Partito Repubblicano – spiega Allegrini – Più del 40% si definisce repubblicano, oltre il 30% si dice democratico mentre la restante parte è indipendente”. Considerando che si tratta approssimativamente di 10 punti percentuali tale preferenza non sembra poi così irrilevante. Interessanti anche le ragioni che spiegano una simile scelta. Esse sono principalmente di carattere economico e identitario.
“Quando un gruppo etnico migliora la propria condizione – prosegue Allegrini – i suoi componenti iniziano a preoccuparsi delle aliquote fiscali e tendono a diventare repubblicani. L’inizio democratico degli italiani in questo Paese è parte della grande coalizione democratica di Franklin Roosevelt. Credo che a partire dall’era Reagan ci sia stata un’inversione di tendenza”.
Preoccupa inoltre lo svilimento di un momento molto sentito per gli italiani d’America (e non solo): il Columbus Day. “Harris vuole abolire il Columbus Day, Trump sa quanto conti per noi”, spiega il presidente NIAF. La candidata democratica, inoltre, appare meno vicina alla nostra comunità anche rispetto a Joe Biden. Questi, infatti, essendo sposato a Jill, di origini italiane (il nonno si chiamava Dominic Giacoppa), poteva nutrire in merito una sensibilità maggiore rispetto alla vicepresidente USA.
A prescindere da chi risulterà vincitore il 5 novembre, ad ogni modo, a contare saranno i rapporti tra Roma e Washington, nonché la preservazione e la valorizzazione delle nostre radici. “Vorrei che il futuro presidente degli Stati Uniti riconoscesse che l’Italia è l’alleato americano più fedele e importante in Europa”, ha dichiarato Allegrini, “dopo la Brexit l’Italia è diventata l’alleato più fedele, più rispettato in Europa”.
