Conte: “Difficile ormai un compromesso onorevole”
La politica estera si ripercuote inevitabilmente sul dibattito interno, con i diversi partiti, soprattutto tra le opposizioni, che presentano posizioni tutt’altro che granitiche. Da anni tra i critici dell’approccio italiano al dossier ucraino vi è Giuseppe Conte. L’ex premier, infatti, si è sempre detto contrario allo scontro frontale con Mosca, trovando paradossalmente in Trump un attore che persegue la stessa linea.
Il summit di Washington tra Trump e i leader UE ha segnalato ancora una volta l’inconsistenza politica dell’Europa, che è andata a rimorchio del partner transatlantico. In un lungo post, Conte ha voluto criticare gli esiti dell’incontro, fornendo un quadro dell’attuale situazione sul campo.
“Il vertice di Washington conferma la seria difficoltà di porre fine al conflitto russo-ucraino con un onorevole compromesso tra i vari attori in campo, protagonisti e comprimari”, ha scritto Conte. “Trump sta provando in tutti i modi a promuovere un accordo di pace per rispettare l’impegno preso con gli elettori americani e dimostrare nei fatti quel che ripete da tempo: che se fosse stato lui al posto di Biden la guerra non sarebbe nemmeno iniziata”.
“Putin, dopo avere aggredito l’Ucraina, ha approfittato dell’incontro con Trump in Alaska per chiarire che il compromesso di pace deve tener conto dei rapporti di forza mutati sul campo di battaglia – ha continuato Conte – e per dimostrare che la Russia non può essere espulsa dal consesso internazionale. Ne è uscito con la prospettiva di rilanciare gli scambi con gli Stati Uniti e ha posto le sue condizioni per definire un nuovo ordine internazionale. Zelensky si ritrova con un popolo stremato da una guerra affrontata anche grazie alla falsa promessa che i Paesi Nato lo avrebbero sostenuto all’infinito, sia sul piano militare sia sul piano finanziario”.
“Il fallimento maggiore è dei politici europei”
L’esponente pentastellato arriva poi ai politici del Vecchio Continente. “E poi ci sono i leader europei – afferma – che per tre anni hanno provato a convincerci che l’unica, possibile strategia fosse inseguire la vittoria militare sulla Russia, essendo completamente inutile investire su un percorso diplomatico. Il fallimento maggiore è il loro, perché sono costretti a prendere atto di quel che anche i comuni cittadini hanno sempre saputo: che la Russia, nient’affatto isolata, rimane un player globale con cui è imprescindibile misurarsi. Con la particolarità, che se il fronte oltranzista guerrafondaio non avesse sabotato i negoziati di Istanbul del marzo-aprile 2022, sicuramente il compromesso concluso a caldo dell’aggressione russa sarebbe stato ben più protettivo degli interessi ucraini di quello che si prospetta adesso che la Russia ha prevalso sul campo”.
Conte si scaglia contro le soluzioni avanzate da Macron, Meloni, Merz e Starmer
Insoddisfacenti, secondo Conte, tutte le proposte presentate a Washington dal gotha della politica continentale. “Adesso i leader europei, completamente disorientati, stanno agendo in ordine sparso, come dimostrano le proposte stravaganti in tema di ‘garanzie di sicurezza’. Francia, Regno Unito e Germania insistono per l’invio di truppe nel teatro di guerra, ipotesi che mesi fa aveva fatto scattare l’allarme nelle cancellerie di mezza Europa e che adesso viene accolta come il male minore”.
Inevitabile una stoccata alla premier italiana. “Poi c’è la proposta del duo Meloni-Fazzolari, di estendere anche all’Ucraina, la garanzia di protezione di cui all’art. 5 del Trattato Nato – attacca Conte – Anche questa era stata ventilata mesi fa, creando il panico in Europa e negli Usa: significava per la Nato smetterla con la guerra per procura ed entrare direttamente in guerra contro la Russia. Una follia. Adesso viene riproposta, ma per offrire garanzie future. Questo significa che l’Ucraina verrebbe a godere, in prospettiva, della solidarietà militare dei Paesi Nato, come fosse un membro dell’Alleanza atlantica, pur rimanendo estranea ad essa”.
Proposte irricevibili per Putin
“Ma è ragionevole – chiede Conte – prevedere che Putin (che ha conseguito vantaggi sul campo e che è ossessionato dall’estensione della Nato ai propri confini) accetti ora le truppe europee o della Nato ai propri confini? È ragionevole estendere all’Ucraina i vantaggi dell’appartenenza alla Nato senza neppure pretendere gli oneri militari e finanziari che questa adesione comporta, creando un pericoloso precedente e il rischio di allargare sempre più, nel mondo, l’area dei conflitti armati? Che succederà quando altri Paesi chiederanno anch’essi il privilegio dell’art. 5 della Nato, senza adesione formale? Può essere davvero questo uno strumento efficace per estendere l’area di influenza geo-politica della Nato e assecondarne l’espansione?”.
“La verità – conclude il leader pentastellato – è che il deficit di politica sta precipitando l’Europa nell’irrilevanza e il mondo intero nel caos, senza che si intraveda all’orizzonte la possibilità di costruire un nuovo ordine politico e giuridico mondiale, basato su una prospettiva multipolare”.






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