Il cordone sanitario contro Alternative für Deutschland non paga
In Germania si è appena raggiunto un accordo di governo tra la CDU/CSU e l’SPD (anche se occorrerà che la base socialdemocratica lo approvi, come da statuto interno). Resiste insomma il Brandmauer, il “muro di protezione” eretto dai partiti “dell’arco costituzionale” (per un usare un’espressione cara ai lettori italiani). Eppure l’ostracismo nei confronti di Alternative für Deutschland sta regalando alla destra tedesca un’avanzata elettorale dopo l’altra.
Quanto rivelato dall’ultimo sondaggio Ipsos ha però del clamoroso. Con il 25% di consensi, infatti, AfD sarebbe diventato nientemeno che il primo partito di Germania. Solo un punto in più, è vero, dei cristiano-democratici e cristiano-sociali di Baviera. Un livello, però, mai raggiunto in tutta la sua storia.
I dazi introdotti da Trump hanno forzato i partiti della Grosse Koalition a trovare un accordo per provare a dare risposte rapide. Questo potrebbe però logorare ulteriormente attori al potere da decenni. Come avvenuto in altri Paesi, insomma, la fama di outsider e la demonizzazione potrebbero aprire sempre più opportunità ad Alternative für Deutschland. Non si è mosso del resto un personaggio del calibro di Elon Musk per sostenere la legittimità di tale formazione?
Inevitabile comunque che dalle parti di AfD filtri un comprensibile ottimismo. “Per la prima volta, secondo i sondaggi, l’AfD è il partito più forte in Germania! – scrive la leader Alice Weidel sul proprio profilo X – Con il 25% siamo un punto percentuale avanti alla Cdu-Csu. I cittadini vogliono un cambiamento politico e non una coalizione del tipo ‘tutto come al solito’ tra Cdu-Csu e Spd!”.
I livelli di consenso di cui gode AfD, peraltro, confermerebbero il grande distacco con i social-democratici, ormai fissi al terzo posto con il 15%. Sotto di loro i Verdi e la Sinistra, entrambi all’11%. L’Alleanza Sahra Wagenknecht-Ragione e Giustizia, fondata dai dissidenti del Die Linke, starebbe invece al 5%, poco sopra i Liberali, al 4%.