Secondo il Financial Times l’Italia va presa ad esempio
L’esecutivo Meloni nei giorni scorsi ha festeggiato il terzo anno dall’insediamento. Inevitabilmente la ricorrenza è stata l’occasione per molti commentatori di fare un bilancio sull’azione di governo. L’impressione, infatti, è che sui temi maggiormente polarizzanti (come immigrazione, pensioni e politica estera) la leader di Fratelli d’Italia non sia riuscita a imprimere quel cambiamento radicale che gli italiani si aspettavano da lei.
Su numerosi dossier, tuttavia, Meloni viene celebrata anche all’estero. Si tratta evidentemente di un lavoro sul medio periodo che, in termini di stabilità politica ed economica, sta dando già dei frutti. A riconoscerlo, ancora una volta, le testate specializzate, storicamente non vicine alla premier. Tra queste il Financial Times, che in un articolo ha elogiato i progressi del governo Meloni e suggerito all’Unione Europea di seguire l’esempio italiano.
I dati macroeconomici
L’analisi del quotidiano parte da un confronto numerico: nel 2022, quando Giorgia Meloni è diventata primo ministro, la differenza nello spread dei titoli di stato decennali tra Italia e Francia era dell’1,8%. Oggi, quella distanza non solo si è ridotta, ma si è addirittura invertita, con la Francia che si trova a inseguire l’Italia.
Questo miglioramento finanziario è strettamente legato alla stabilizzazione politica del Paese, tanto che il Financial Times invita l’Europa a prendere esempio dalla disciplina mostrata dall’Italia.
Il Fondo Monetario Internazionale prevede che il rapporto tra il debito pubblico e il PIL dell’Italia rimarrà stabile intorno al 127% per i prossimi cinque anni. Un dato che segna la fine della reputazione dell’Italia come “anello debole” della zona euro.
Questo giudizio positivo arriva da chi non si lascia influenzare da ideologie politiche, ma si basa su una valutazione pragmatica dei mercati: negli ultimi cinque anni, gli investitori hanno mostrato grande fiducia nell’Italia, con l’indice Ftse/Mib in crescita di circa il 120%, a fronte di un incremento del 60% per l’indice Ftse Eurofirst 300 dell’area europea.




