In Italia il tema dell’autonomia energetica e il ritorno all’energia nucleare è di grande attualità. Il governo Meloni punta a rafforzare l’indipendenza del Paese con un piano che guarda al nucleare di nuova generazione come parte della strategia per una transizione sostenibile.
Ne parliamo con il Professor Franco Cotana, esperto di energia e sostenibilità ambientale, CEO di RSE -Ricerca sul Sistema Energetico – coordinatore della Piattaforma Nazionale per un Nucleare Sostenibile (PNNS) istituita dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.
Perché l’energia nucleare non fa più paura
Il Professor Cotana spiega perché il nucleare non fa più paura: “Le nuove tecnologie di fissione e di fusione hanno raggiunto livelli di sicurezza e affidabilità mai visti prima. Gli Small Modular Reactor (SMR), reattori di piccole dimensioni a sicurezza intrinseca, rappresentano oggi la frontiera più promettente per una produzione energetica pulita, stabile e priva di emissioni di CO₂, perfettamente integrabile con le fonti rinnovabili”.
Grazie ai progressi tecnologici e all’impegno della Piattaforma Nucleare Sostenibile Italiana, coordinata da Cotana per il Ministero dell’Ambiente, è oggi in discussione una proposta di legge delega per riaprire la possibilità di utilizzare l’energia atomica nel Paese. Le simulazioni condotte da RSE mostrano che l’ingresso del nucleare nel mix energetico nazionale potrebbe far scendere i costi dell’energia e garantire maggiore stabilità e sicurezza alla rete elettrica, integrando in modo sinergico le rinnovabili non programmabili come sole e vento.
Il piano di energia nucleare in Italia
Il piano prevede la realizzazione di 25-30 reattori modulari, per una potenza complessiva compresa tra 8 e 13 gigawatt, con l’avvio dei primi impianti previsto tra il 2032 e il 2033. In questa prospettiva, in Italia è già stata costituita una nuova società, Nuclitalia, partecipata da Enel (51%), Ansaldo (39%) e Leonardo (10%), che avrà il compito di valutare entro un anno e mezzo le tecnologie più adatte al contesto nazionale.
L’ingegnere Cotana sottolinea che l’Italia possiede le competenze per avere un ruolo da protagonista in questa rivoluzione energetica: “Enel gestisce centrali nucleari in Spagna e Slovenia, Ansaldo opera nella manutenzione degli impianti francesi, e il know-how tecnico e scientifico maturato nel settore garantisce al Paese la possibilità di tornare protagonista nel panorama energetico europeo”.




