E’ proprio il caso di dirlo “la montagna ha partorito un topolino”!
Da mesi ci si prospettava progetti di piani industriali di alto livello analizzati e concepiti da manager straordinari che avrebbero consentito al nostro Paese di dotarsi di una compagnia di bandiera all’altezza della sua grande e gloriosa storia. Purtroppo non sarà così!
Dal nuovo piano industriale presentato nell’ultimo CDA esce fuori il disegno di una compagnia aerea fortemente ridimensionata, quasi microscopica. Comparando i numeri il confronto è impetuoso: in termini dimensionali la “nuova Alitalia” sarà simile alla belga Brussels Airlines e all’irlandese Aer Lingus (con tutto il rispetto), ma un po’ più grande della finlandese Finnair anche se più piccola della greca Aegean.
Ma volendo confrontarla con le compagnie più blasonate allora viene quasi da piangere: Alitalia avrà un decimo della flotta di Ryanair, un sesto di easyJet, un quarto di Lufthansa, un terzo di Wizz Air e la metà di Iberia.
Questi i numeri della newco ITA (Italia Trasporto Aereo) che – come ricordiamo – sarà dotata di un finanziamento di 3 miliardi da parte dello Stato. I vertici della newco — l’ad Fabio Lazzerini e il presidente Francesco Caio — sottolineano da sempre in verità che Italia Trasporto Aereo nasce come start up e che come tale deve crescere gradualmente senza sperperare denaro (a maggior ragione se è pubblico). Sinceramente però speravamo in qualcosa che potesse almeno essere paragonata alla grande e gloriosa Compagnia di bandiera che fu negli anni passati.
Il piano industriale punta al mercato italiano e alla lotta alle low cost
I numeri sono quelli che compaiono nell’ultima bozza piano industriale: tra i 45 e i 47 aerei, per iniziare e 4.500-4.900 dipendenti quando saranno acquistati anche gli altri rami. Un percorso aziendale che, se coronato da successo porterà la flotta a un centinaio di velivoli nel lontano 2025.
La nuova compagnia dovrebbe riprendere a volare in tarda primavera e puntare principalmente al mercato italiano, e non è detto che ci riesca.
Il mercato domestico infatti si è fatto più agguerrito che mai. Ci sarà da lottare con le low cost Ryanair, EasyJet, Wizz Air e Volotea, pronte a spartirsi tutto il mercato italiano. Ed ancora più difficile sarà lottare sul bacino europeo per l’estate 2021 assieme a Spagna e Grecia.
La verità è che l’assenza dal mercato di Alitalia da molti mesi l’ha indebolita anche nei confronti delle low cost che, in confronto con la nuova ITA sembrano dei giganti. Ryanair — con le sue varie emanazioni Malta Air, Buzz e Lauda — conta 454 aerei. Altri ne arriveranno a partire dalle prossime settimane e sono più nuovi ed efficienti (i Boeing 737 Max).
Non è da meno easyJet che, considerate le succursali britannica, austriaca e svizzera conta per ora 314 velivoli (tutti Airbus). Si allarga anche Wizz Air che per ora ha almeno 135 jet. Più piccola di ITA è la spagnola Volotea (20 aerei) ma forse la più insidiosa sul segmento dei voli nazionali. Al di fuori delle low cost si fanno notare i 135 aerei della scandinava Sas, i 75 della portoghese Tap (presa spesso come metro di paragone per Alitalia), i 53 di Aegean e i 41 di Finnair.
Secondo le previsioni i voli intercontinentali saranno ancora minimi visto che ITA potrà contare solo su sei velivoli Boeing 777. E si allontana sempre di più la possibilità di riprendere i voli diretti su Miami, probabilmente si manterrà solo il New York JFK.
Unica possibilità: fare squadra
Ma qui è un problema di sopravvivenza. C’è solo una strada da percorrere – affermano gli esperti – per poter evitare di essere schiacciati anche dall’ultima delle low cost, ed è quella di allearsi con i grandi “blocchi” delle compagnie internazionali. Alitalia-ITA non può che entrare in uno dei tre grandi blocchi dei cieli europei per avere chance di sopravvivenza: il gruppo Lufthansa, il gruppo Air France-Klm e Iag a cui fanno capo British Airways, Iberia, Vueling, Level. E qui i numeri cambiano completamente: Il colosso tedesco conta 701 aerei Lufthansa (265), Eurowings (105), Swiss (92), Austrian Airlines (78), Brussels Airlines (47) e il cargo. Altri livelli onestamente irraggiungibili per la micro Alitalia. Air France-Klm dispone di 525 velivoli (considerando i 214 di Air France, i 162 di Klm, gli 82 di Transavia, i 67 di Hop). Iag muove 501 aerei grazie ai 240 di British Airways, i 120 della low cost Vueling, i 90 di Iberia, i 48 di Aer Lingus e i 3 dell’altra low cost Level.
I numeri del piano industriale
Nel dettaglio il piano prevede dunque: 45-47 aerei ed in particolare 6 velivoli di lungo raggio tutti Boeing 777, una ventina di Airbus A319 e un’altra ventina di A320. Verrebbero venduti gli Embraer che attualmente sono impiegati da CityLiner, la divisione regional di Alitalia.
I dipendenti sarebbero circa 2.800 tutti legati al ramo aviation e alla parte gestionale dell’azienda. Gli altri circa 2.000 saranno assunti quando la newco spera di aggiudicarsi gli altri rami aziendali messi a gara (handling, manutenzione e MilleMiglia) presumibilmente in autunno, anche in corrispondenza della scadenza dalla cassa integrazione per oltre 6.800 dipendenti dell’attuale Alitalia.