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Home Cronaca

Due studentesse rifiutano il podio con atleta transgender ai campionati dell’Oregon

A febbraio Trump firmava un ordine esecutivo che esclude la partecipazione di transgender nella categoria femminile.


Redazione by Redazione
Giugno 2, 2025
in Cronaca, Politica, Sport, Ultimissime
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Transgender
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Due atlete liceali hanno attirato l’attenzione nazionale dei media dopo essersi rifiutate di condividere il podio con un’atleta transgender durante la cerimonia di premiazione per il salto in alto, ai campionati statali di atletica leggera dell’Oregon.

  • Il gesto durante la premiazione
  • Nessuna replica ufficiale
  • Le motivazioni delle atlete e il sostegno online
  • Alexa Anderson:”Non è odio”
  • Il caso Hogan in California
  • Trump l’ordine esecutivo 

Il gesto durante la premiazione

Nel video diffuso da Fox News Digital, si vede Reese Eckard della Sherwood High School e Alexa Anderson della Tigard High School allontanarsi dalle loro posizioni sul podio al momento della consegna delle medaglie. Le due ragazze, classificatesi rispettivamente quarta e terza, si sono sottratte alla cerimonia dopo che sul podio è salita un’atleta transgender della Ida B. Wells High School, arrivata quinta a pari merito.

Poco dopo, un funzionario si è avvicinato per invitarle ad abbandonare l’area, e le due giovani si sono spostate in disparte, visibilmente distanti dalla scena delle premiazioni.

Nessuna replica ufficiale

La Oregon School Activities Association non ha rilasciato dichiarazioni al momento, nonostante le richieste da parte della stampa.

Secondo quanto riferito, l’atleta transgender aveva gareggiato nella categoria maschile fino al 2024.

Le motivazioni delle atlete e il sostegno online

Il gesto ha avuto vasta eco sui social network, dove molte voci – soprattutto legate a movimenti conservatori – hanno elogiato le due ragazze. Tra queste anche l’attivista ed ex nuotatrice Riley Gaines, da tempo schierata contro la partecipazione di persone transgender negli sport femminili.

Alexa Anderson:”Non è odio”

“Non abbiamo agito per odio. Lo abbiamo fatto perché era necessario dire che questa situazione non è giusta. Se vogliamo tutelare l’equità nello sport femminile, dobbiamo difendere ciò che è corretto.”

Il caso dell’Oregon non è isolato. Episodi simili si sono verificati in altre parti degli Stati Uniti nel 2025, segnando un trend crescente di proteste simboliche da parte di atlete.

Il caso Hogan in California

Il 17 maggio, durante una gara in California, Reese Hogan della Crean Lutheran High School è salita simbolicamente sul gradino più alto del podio dopo che l’atleta transgender AB Hernandez, classificatasi prima, si era fatta da parte. Anche questo gesto ha ricevuto ampi consensi online.

La protesta nella scherma

Il 2 aprile, la schermitrice Stephanie Turner si è inginocchiata in segno di protesta contro una rivale transgender durante una gara in Maryland. L’azione le è costata una sanzione, ma ha suscitato una forte reazione pubblica, accendendo un dibattito anche fuori dagli Stati Uniti.

Oltre all’Oregon, simili tensioni si sono registrate nei campionati scolastici di California, Washington, Maine e Minnesota, tutti stati a guida democratica dove è consentita la partecipazione di atleti transgender nelle categorie femminili.

L’azione legale dell’AFPI

Il America First Policy Institute (AFPI) ha depositato il 27 maggio un reclamo presso il Dipartimento dell’Istruzione degli Stati Uniti, sostenendo che le normative dell’Oregon violino il Titolo IX, la legge federale che garantisce pari opportunità nello sport scolastico.

“Ogni ragazza merita condizioni eque in ogni ambito della vita – nello sport, nelle competizioni e oltre,” ha dichiarato Jessica Hart Steinmann, consulente legale dell’AFPI.

“Quando le istituzioni impongono alle giovani donne di gareggiare contro maschi biologici, stanno violando la legge e mandano un messaggio scoraggiante a tutte le atlete.”

Trump l’ordine esecutivo 

Il presidente Donald Trump ha firmato a febbraio un ordine esecutivo chiamato “Keeping Men Out of Women’s Sports”, volto a impedire che persone transgender gareggino nelle categorie femminili.

L’amministrazione ha fatto di questo tema un punto cardine della sua agenda politica, schierandosi apertamente contro le normative degli stati democratici.

Il Dipartimento di Giustizia ha già avviato una causa contro il Maine per la mancata applicazione dell’ordine esecutivo. Trump ha inoltre accennato alla possibilità di sospendere fondi federali alla California, alla luce del caso che coinvolge l’atleta Hernandez.

Una questione nazionale ancora aperta

La partecipazione di atleti transgender nello sport femminile continua a dividere l’opinione pubblica americana. Il caso dell’Oregon rappresenta l’ultimo di una lunga serie di episodi che alimentano un dibattito sempre più acceso tra difesa dell’inclusività e richiesta di equità competitiva.

 


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