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Dopo la prima intervista a Harris si capisce perché non voglia farne

Harris ha cercato di difendere l'operato dell'amministrazione Biden, provando a spiegare anche perché abbia cambiato improvvisamente posizione su diversi temi, tra cui immigrazione e fracking. Il risultato non è stato però particolarmente convincente.


Giampa Natal by Giampa Natal
Agosto 31, 2024
in Politica, Ultimissime
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Kamala Harris
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Durante il suo primo scambio con i media (registrato un giorno prima e ampiamente “editato”) da
quando ha lanciato la sua campagna presidenziale il 21 luglio (40 giorni fa!), Harris ha risposto alle domande
di Dana Bash della CNN. La vicepresidente Harris ha cercato di difendere l’operato dell’amministrazione Biden, provando inoltre a spiegare perché su certi temi ella stessa abbia cambiato improvvisamente posizione. Il risultato, ad ogni modo, non è stato particolarmente convincente.

  • Le accuse di trasformismo alla Harris e le bugie di Walz
  • Kamala, dopo una dura opposizione, ora si dice favorevole al fracking
  • Per la candidata dem l’immigrazione illegale da record è colpa di Trump
  • Harris continuerà le politiche di Biden nonostante il loro fallimento
  • Kamala non sa cosa farà il primo giorno da presidente
  • Walz cerca di chiarire ma le sue affermazioni sono (giustamente) contestate
  • Bash e le domande non fatte

Le accuse di trasformismo alla Harris e le bugie di Walz

A soli 67 giorni dalle elezioni presidenziali e a meno di due settimane dal duello TV del 10 settembre, Harris si è finalmente mossa. La candidata dem ha concesso un’intervista di 16 minuti per cercare di presentare la propria piattaforma politica. Il quarto d’ora abbondante è stato utilizzato principalmente per spiegare il dietrofront su temi polarizzanti come l’immigrazione clandestina e il fracking.

Bash ha chiesto conto a Harris della netta virata su tali dossier. La vicepresidente si è trincerata dietro un’affermazione nebulosa: “Penso che l’aspetto più importante e più significativo della mia prospettiva politica e delle mie decisioni sia che i miei valori non sono cambiati”.

Ad accompagnare Harris il suo vice Tim Walz. Nel corso dell’intervista anche lui ha provato a giustificare alcuni punti deboli del proprio passato. Tra questi la celebre accusa di aver lasciato il servizio poco prima che il suo reparto fosse schierato in Iraq. Nel mirino, inoltre, i trattamenti per la fertilità utilizzati per concepire sua figlia, Hope. Le dichiarazioni rese da Walz, tuttavia, non sono state sincere.

Kamala, dopo una dura opposizione, ora si dice favorevole al fracking

Per “fracking” s’intende l’estrazione di idrocarburi attraverso la perforazione idraulica delle rocce che li contengono. Tale pratica ha generato numerose controversie e la sinistra “green” l’ha sempre osteggiata. Il tema presenta particolare rilevanza anche perché in Pennsylvania (uno degli Stati chiave nelle prossime elezioni) vi sono enormi giacimenti di idrocarburi che richiedono questa tecnologia. I cittadini temono che la Harris ne blocchi l’utilizzazione per motivi ideologici.

Ecco dunque che nell’intervista con Bash, Harris ha assicurato che non vieterà il fracking se eletta presidente. Kamala ha affermato di aver chiarito la sua posizione già nel 2020. “Come vicepresidente – ha spiegato Harris – non ho vietato il fracking. Come presidente, non vieterò il fracking”.

In realtà, però, le cose non stanno esattamente così. La numero due della Casa Bianca, infatti, è sempre stata contraria al fracking. Nel dibattito del 2020 a cui ha fatto riferimento, quello con Pence, non disse mai di essere a favore, limitandosi ad affermare: “Biden non porrà fine al fracking. È stato molto chiaro su questo. Il popolo americano sa che Joe Biden non vieterà il fracking. Questo è un dato di fatto”. Harris, insomma, non avrebbe mai espresso una propria posizione favorevole a tale pratica.

Per la candidata dem l’immigrazione illegale da record è colpa di Trump

Un cambiamento a 180 gradi ha riguardato anche la politica migratoria e di sicurezza. Harris ha ribadito di aver modificato postura su temi quali la depenalizzazione degli attraversamenti illegali e la chiusura dei centri di detenzione per immigrati. Non lo ha fatto però con una franca ammissione, bensì utilizzando vaghi e complicati giri di parole.

Non è un mistero del resto che Harris abbia sempre espresso sostegno alla depenalizzazione degli attraversamenti illegali al confine con il Messico. In passato aveva destato molto clamore la dichiarazione “un immigrato senza documenti non è un criminale”.

La Harris che aspira alla presidenza, invece, vuole porsi in maniera diversa. Nell’intervista alla CNN ha infatti parlato della necessità di mettere in sicurezza il confine, non spiegando, tuttavia, perché non sia stato fatto in questi anni. Tanto da spingere Bash a chiederle se sia sempre stata favorevole alla depenalizzazione dei valichi di frontiera.

Anche in questo caso la Harris ha risposto in modo evasivo: “Credo che ci dovrebbero essere delle conseguenze. Abbiamo leggi che devono essere seguite e applicate che affrontano e trattano le persone che attraversano illegalmente il nostro confine”.

Nonostante le impietose statistiche sull’immigrazione illegale, infine, Harris ha sostenuto di essere riuscita a ridurre il numero di immigrati illegali. Il tutto, ovviamente, non fornendo alcun dato preciso. Harris ha poi parlato del suo sostegno al disegno di legge sul confine, che non è riuscito a passare al Senato, incolpando per questo Trump. Semplice, no?

Harris continuerà le politiche di Biden nonostante il loro fallimento

Per quanto riguarda l’economia, alla Harris viene chiesto di spiegare lo slogan elettorale “Non tornare indietro” e di quanti americani preferirebbero invece tornare agli anni di Trump, quando i prezzi del gas, dei generi alimentari e di altri prodotti erano significativamente più bassi. Anche in questo caso Harris si è mostrata vaga, dilungandosi sugli investimenti della Casa Bianca nell’energia pulita e nella produttività.

Alla domanda sulla politica economica di Biden, Harris ha risposto: “Con la Biden-economics abbiamo fatto un
buon lavoro. C’è ancora molto da fare, ma è un buon lavoro”. Ha poi ammesso che “i prezzi siano ancora troppo alti”, prima di delineare le sue proposte di politica economica per affrontare il “price gouging” e affrontare l’accessibilità degli alloggi. Nessuna ammissione di colpa, insomma, nonostante i dati eloquenti sull’aumento dei prezzi.

Quanto al Medio Oriente, Bash ha chiesto se l’amministrazione dem continuerà a sostenere militarmente Israele. La vicepresidente USA ha spiegato di non voler modificare la politica regionale USA. “Rimango impegnata – ha poi buttato là – a ciò che dobbiamo fare per lavorare verso una soluzione a due Stati in cui Israele sia sicuro e, in egual misura, i palestinesi abbiano sicurezza, autodeterminazione e dignità”.

Infine Bash ha chiesto a Harris se si fosse pentita per aver difeso l’idoneità di Biden a tentare un secondo mandato. “Niente affatto – replica – Ho servito con il presidente Biden per quasi quattro anni e vi dirò che è uno dei più grandi onori della mia carriera. Biden ha l’intelligenza, l’impegno, il giudizio e la disposizione che il popolo americano merita”.

Kamala non sa cosa farà il primo giorno da presidente

“Gli elettori sono davvero ansiosi di sentire quali sono i vostri piani – ha chiesto Bash a Kamala – Se venissi eletta, cosa faresti il primo giorno alla Casa Bianca?”

“Beh, ci sono diverse cose. Vi dirò prima di tutto che una delle mie massime priorità è fare il possibile per sostenere e rafforzare la classe media. Quando guardo alle aspirazioni, agli obiettivi, alle ambizioni del popolo americano, penso che le persone siano pronte per un nuovo modo di procedere, per generazioni gli americani sono stati alimentati dalla speranza e dall’ottimismo”.

“Allora, cosa faresti? Il primo giorno?” ci riprova Bash.

“Il primo giorno, sarà l’attuazione del mio piano per quella che chiamo un’economia delle opportunità. Ho già presentato una serie di proposte al riguardo”.

Peccato che la Harris non possa conoscere l’iconica trilogia di Amici Miei. “Supercazzola prematurata con scappellamento a destra” verrebbe infatti da aggiungere.

Walz cerca di chiarire ma le sue affermazioni sono (giustamente) contestate

Ma ritorniamo per un attimo a Walz, il quale ha più volte fatto riferimento al suo passato da militare, parlandone con fierezza da veterano vissuto. In realtà Walz non è mai stato in una zona di combattimento, prestando servizio in Italia durante la guerra in Afghanistan e riuscendo a lasciare il battaglione di cui faceva parte alla vigilia della sua partenza per una zona di conflitto.

A tal proposito, Walz ha detto di essere orgoglioso dei suoi 24 anni di servizio e che tale curriculum dovrebbe “parlare da solo”. Quando però Bash gli ha chiesto spiegazioni per alcune frasi controverse utilizzate in passato, Walz si è giustificato dicendo che la sua “grammatica non è sempre corretta”. Una risposta da far venire i brividi.

Bash, senza scoraggiarsi, ci riprova. Nel mirino una dichiarazione di Walz sul fatto che lui e la moglie avrebbero utilizzato la fecondazione in vitro (IVF). Tale dichiarazione, infatti, è stata definita inesatta dalla stessa moglie di Walz, che ha invece chiarito come la coppia abbia utilizzato un diverso tipo di trattamento per la fertilità.

Walz ha pensato bene di sostenere che la maggioranza degli americani stia spaccando il capello in quattro, minimizzando la questione. Del resto, stiamo pur sempre parlando di un candidato vicepresidente che dichiara di avere problemi di grammatica…

Bash e le domande non fatte

L’intervista registrata, modificata e confezionata dalla CNN è stata un esempio di opportunità mancata. C’erano infatti dozzine di domande che si sarebbero potute porre alla Harris (sulle citta santuario, sull’assistenza sanitaria gratuita ai migranti, sulla criminalità dilagante, sulle cauzioni senza contanti e innumerevoli altri temi).

Dana Bash e la CNN non hanno voluto infierire. O, forse peggio, non hanno voluto mettere in difficoltà la candidata democratica. E questo, si badi bene, dopo che per preparare una tale uscita pubblica Kamala Harris ha avuto a disposizione quasi sei settimane. Un lasso di tempo considerevole, che però non è stato sufficiente a convincere i telespettatori dei molti nodi irrisolti. È quasi certo, insomma, che non la vedremo prima del dibattito del 10 settembre contro Trump. E lì ci sarà da divertirsi.


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