Il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato su Truth di aver scelto Sean Duffy, ex deputato del Wisconsin e più di recente alla co-conduzione di “The Bottom Line” su Fox Business, per guidare il Dipartimento dei Trasporti.
Ricostruire le infrastrutture della Nazione
“Darà priorità all’eccellenza, alla competenza, alla competitività e alla bellezza nella ricostruzione di autostrade, tunnel, ponti e aeroporti americani”, si legge nel messaggio di accompagnamento all’ufficializzazione della sua nomina. Duffy non è né un Carneade né un novellino. La sua esperienza pregressa alla Camera dei Rappresentanti dal 2011 al 2019 gli tornerà molto utile per centrare uno tra gli ambiziosi obiettivi strategici del tycoon: “mantenere e ricostruire le infrastrutture della nostra Nazione”.
Trump si affida a un nemico della censura
Brendan Carr, invece, sarà alla guida dell’ente regolatore delle telecomunicazioni statunitense, la FCC, Federal Communications Commission. Carr è stato definito da Trump “un guerriero della libertà di espressione”. Su X, il diretto interessato non ha usato giri di parole per indicare quale sia la madre di tutte le sue battaglie: “Dobbiamo smantellare il cartello della censura”, imposto secondo lui dai giganti tecnologici Facebook, Google, Apple e Microsoft, “e ripristinare il diritto degli americani alla libertà di parola”. Brendan Carr lavora alla FCC dal 2012 ed è uno dei suoi commissari dal 2017, nominato dal magnate durante il suo primo mandato.
Gli 007 stanno aggiornando il presidente eletto
Intanto Donald Trump ha cominciato a ricevere i briefing dell’intelligence. Lo hanno rivelato al Washington Post due funzionari dell’amministrazione americana, secondo cui il presidente eletto viene aggiornato dall’Ufficio del direttore dell’intelligence nazionale già da pochi giorni dopo il voto del 5 novembre. “L’Odni, ha fatto sapere la stessa agenzia in una nota, sta agendo coerentemente con la sua tradizione, in vigore dal 1952, di fornire briefing di intelligence al presidente eletto”.
Il Doge contro i rami secchi e gli sprechi
Vivek Ramaswamy e Elon Musk, alla guida del nuovo dipartimento per l’efficienza governativa (Doge), si preparano a tagliare i rami secchi: “Noi ci aspettiamo una riduzione massiccia, ci aspettiamo che alcune agenzie siano completamente cancellate e una sostanziosa riduzione di dipendenti in settori federali che sono sovraffollati”.
Intervistato da Maria Bartiromo su Fox News, Ramaswamy ha parlato di “tagli massicci” anche per le società d’appalto e per “altri che presentano conti gonfiati al governo federale”. “Credo che la gente sarà stupita di quanto potremo muoverci velocemente con questi cambiamenti, considerato lo sfondo legale che ci ha dato la Corte Suprema”, ha aggiunto l’imprenditore biotech, parlando di una “storica opportunità”.
La guerra di Elon Musk allo smart working
Vivek Ramaswamy ha detto che costringerà a tornare a lavorare in presenza i dipendenti federali che attualmente “non vanno a lavoro” ma continuano, a 18 mesi dalla fine della pandemia, ad usufruire in varia misura dello smart working. Il cambio di rotta è già delineato: “Non si dovrà neanche parlare di licenziamento di massa, diremo solo loro che devono tornare in ufficio cinque giorni alla settimana dalle 8 alle 18”.
Incalzato dal conduttore Tucker Carlson, ha confermato che il compito suo e di Musk sarà di usare “il martello pneumatico e la sega elettrica” per rivoluzionare e snellire l’apparato federale. La loro convinzione è che togliendo la possibilità di lavorare da remoto “si ridurrà del 25% del la burocrazia federale”.
Al momento, come ha ricordato Nbcnews, sono 1,3 milioni i dipendenti federali, su un totale di 2,2 milioni, che possono lavorare in smart working, il 10% di loro totalmente da remoto, mentre il restante, dall’agosto del 2023, deve andare in ufficio almeno la metà dei giorni di due settimane lavorative.
Elon Musk ha più volte bollato il lavoro da remoto come “moralmente sbagliato”. Nel giugno del 2022, in piena pandemia, dispose che i dipendenti di Tesla dovessero lavorare in presenza almeno 40 ore alla settimana. La stessa cosa ha fatto subito dopo aver preso il controllo di Twitter, ora X, nell’ottobre dello stesso anno.
Una Trump per Ron DeSantis
Ron DeSantis renderà noto “entro i primi di gennaio” chi invierà a rappresentare la Florida al posto di Marco Rubio, nominato prossimo segretario di Stato da Donald Trump. La legge del “Sunshine State” prevede che in caso di dimissioni di un senatore, il governatore nomini un sostituto fino alle prossime elezioni. La candidata più accreditata a sostituirlo al Senato è Lara Trump, la nuora del presidente eletto, attualmente co-presidente del Comitato nazionale repubblicano. Tuttavia DeSantis potrebbe prendere in considerazione anche figure a lui vicine, come il suo capo dello staff James Uthmeier o la vice governatrice Jeanette Nunez.




