L’annuncio dell’Amministrazione statunitense sull’entrata in vigore, il prossimo 14 ottobre, di nuovi dazi del 10% sul legname e del 25% sui mobili europei ha lanciato un forte segnale di allarme tra gli operatori del settore. Confagricoltura ha espresso seria preoccupazione, sottolineando che la misura rischia di interrompere una fase positiva dell’export dell’Unione Europea oltreoceano, in crescita da oltre quattro anni. Gli effetti, se confermati, sarebbero preoccupanti per l’intera filiera, che coinvolge non solo le imprese manifatturiere, ma anche le aziende agricole e i proprietari forestali.
Il comparto italiano del mobile, in particolare, ha già iniziato a risentire delle tensioni commerciali e dei dazi di Washington. Secondo gli esperti, a luglio 2025 si è registrata una flessione del 7,7% dell’export di mobili italiani verso gli Stati Uniti, legata all’introduzione di un dazio del 15% già previsto dal precedente Accordo Quadro tra Bruxelles e Washington.
Ora, con la prospettiva di un ulteriore incremento al 25%, le ripercussioni potrebbero crescere. Il Centro Studi di FederlegnoArredo evidenzia che su un fatturato complessivo di 52 miliardi di euro generato dalla filiera legno-arredo italiana, una quota rilevante deriva proprio dalle esportazioni verso gli Stati Uniti, uno dei principali mercati di sbocco per il Made in Italy.
Il timore è che queste nuove barriere tariffarie rendano il legno e i mobili europei meno competitivi, a vantaggio di fornitori extra-UE. Una dinamica che potrebbe causare un freno agli investimenti, perdita di posti di lavoro e difficoltà nel mantenere i livelli produttivi.
Confagricoltura invita le istituzioni europee a intervenire rapidamente per avviare un confronto con Washington, evitare l’inasprimento delle misure e tutelare un comparto strategico per l’economia, l’ambiente e l’identità produttiva europea.
Per l’Europa la sfida sarà mantenere compattezza, mobilitare leve diplomatiche e difensive (come possibili misure di ritorsione conformi alle regole WTO) e supportare le imprese del legno e dell’arredo per adattarsi rapidamente al nuovo contesto. Solo così si potrà evitare che un momento di squilibrio esterno si trasformi in una crisi interna di capacità produttiva, occupazione e identità industriale.





