Gli agricoltori italiani: “Pericolosa deriva autocratica”
In un’Unione Europea sempre più anestetizzata, gli agricoltori hanno egemonizzato la protesta e sono spesso riusciti a condurre Bruxelles a più miti consigli. Dopo l’ideologico green deal, nel mirino di Coldiretti è finito il drastico taglio della Politica Agricola Comune per il 2028-2034. Una riduzione del 20%, con l’accorpamento delle risorse per lo sviluppo rurale in un fondo unico. Le scelte di Ursula von der Leyen sono state duramente criticate dalla confederazione dei coltivatori diretti, che ha organizzato nei giorni scorsi flash mob di protesta a Bruxelles e Roma. Lunedì 21, invece, si svolgerà l’Assemblea Nazionale, che avrà appunto nella rimodulazione della PAC uno dei punti centrali.
“Un taglio del 20% delle risorse della Pac è un disastro annunciato”, hanno dichiarato il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini e il Segretario Generale Vincenzo Gesmundo. Le scelte della Commissione per quanto concerne il Quadro finanziario pluriennale 2028-2034 hanno infatti messo gli agricoltori italiani (e non solo) sul piede di guerra.
“Ha vinto la linea politica della Presidente Von der Leyen – spiegano in una nota – che ha imposto ai commissari tagli draconiani. Sono imbarazzanti in particolare le parole del Commissario all’Agricoltura Hansen che dichiara di aver salvato l’80% del budget Pac. Sarebbe stato più dignitoso dimettersi, ammettendo una sconfitta clamorosa con un taglio di un quinto delle risorse precedenti che ha votato anche lui, garantendo l’unanimità“.
“Ora tocca ai capi di Stato e di governo che dovranno interrompere il loro silenzio e fermare questa pericolosa deriva autocratica – proseguono – ulteriormente dimostrata da questo bilancio folle. Paradossalmente dobbiamo fare appello alla regola dell’unanimità per salvare la democrazia europea”.
Coldiretti: “Ursula von der Leyen come Xi Jinping”
Davvero duro l’attacco sferrato dall’associazione di categoria contro i tecnocrati europei. “Se i governi non si opporranno – mettono in guardia i vertici di Coldiretti – avranno anche loro la corresponsabilità di aver ucciso la politica agricola in Europa. Ormai è chiaro a tutti che in Europa comanda solo la von der Leyen, come fa Xi Jinping in Cina, tra l’ignavia e la mancanza di coraggio e di dignità dei Commissari. Un disegno mortale per l’agricoltura e per la tenuta democratica dell’Unione, che è sempre più lontana dai suoi popoli e sempre più vicina alla sua implosione”.
“Sotto le macerie di questa implosione – aggiungono Prandini e Gesmundo – resteranno le future generazioni, i nostri figli e nipoti. Un progetto avviato da Timmermans e realizzato con spietata lucidità da von der Leyen. Ma non finisce qui. La nostra mobilitazione resta forte e permanente, perché non ci rassegniamo a chi vuole togliere i soldi alle imprese agricole e al cibo sano per finanziare i carri armati e rovinare la salute dei consumatori, depotenziando un settore strategico per l’Europa e per l’Italia in particolare, come l’agricoltura e l’agroalimentare. Abbiamo davanti due anni per combattere questa deriva – concludono – salvare gli agricoltori e scongiurare la fine del sogno europeo. Chiediamo un incontro urgente alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida”.
Tra i messaggi che gli agricoltori intendono trasmettere all’opinione pubblica vi è che la tecnocrazia UE presenta un costo maggiore persino dei famigerati dazi applicati da Donald Trump. “Abbiamo bisogno dell’Europa come il pane, ma questa non è l’Europa che vogliamo”, ha denunciato Coldiretti nel corso delle proteste di questa settimana. “Benvenuti a Vonderland – recita l’amara ironia dei manifestanti – una landa autocratica che vede un’Europa sempre più distante dalla realtà, dai cittadini e dalla terra”.




