Oltre 9 italo-americani su 10 vogliono che il Columbus Day rimanga festa nazionale
Ottobre in America è l’Italian Heritage Month. Una scelta non casuale ovviamente, cadendo il 12 di tale mese lo sbarco di Colombo in quello che solo più tardi si sarebbe scoperto essere un nuovo continente. Al centro recentemente di un’aspra battaglia politica, il Columbus Day è stato ripristinato quest’anno in pompa magna da Donald Trump. Ma qual è il sentimento prevalente negli italo-americani quando si approcciano a tale appuntamento?
A scoprirlo c’ha pensato un sondaggio condotto da We The Italians, in collaborazione con l’Italy America Reputation Lab. La rilevazione è stata possibile grazie al supporto di alcune realtà italo-americane, come la Conference of Presidents of Major Italian Organizations, gli Italian Sons and Daughters of America e l’Italian American ONE VOICE Coalition.
Il risultato non ha bisogno di particolari interpretazioni. Per il 90,4% dei 768 intervistati, infatti, il Columbus Day dovrebbe rimanere festa federale. Contrario soltanto il 9,6%.
Le differenze tra i sessi e a livello generazionale
Il dato sale ulteriormente quando si prende in considerazione la sola popolazione maschile. Di questa ben il 94,6% si è detta favorevole al mantenimento nazionale della celebrazione, a fronte di uno sparuto 5,4% proclamatosi contrario.
Più basso il dato femminile, con le favorevoli che sono state “soltanto” l’86%, mentre le contrarie hanno toccato il 14%.
Lievi variazioni si sono registrate a livello generazionale. Tra coloro nati prima del 1965, ad esempio, il 91,7% ha risposto sì e l’8,3% no.
I nati tra il 1965 e il 1980, invece, hanno registrato l’87,1% di favorevoli e il 12,9% di contrari.
Quasi identico il dato tra coloro che sono nati tra il 1981 e il 1996. In questo caso l’86,8% ha risposto positivamente e il 13,2% negativamente.
Infine, tra i nati nel periodo 1997-2012 il 93,7% ha risposto sì e il 6,3% no.
Columbus Day, i risultati nei diversi Stati USA
Interessante, anche se non si discosta poi molto, il risultato nelle diverse regioni storiche degli Stati Uniti. Nel New England (Connecticut, Maine, Massachusetts, New Hampshire, Rhode Island, Vermont) i sì hanno toccato quota 91%, a fronte del 9% di contrari.
Nello Stato di New York il responso è pressoché identico: 91,1% sì e 8,9% no.
Nell’Est (Delaware, District of Columbia, Maryland, New Jersey, Pennsylvania, Virginia, West Virginia) i sì sono stati 89,6%, mentre i no il 10,4%.
Ancora più alto il dato nel celebre Midwest (Colorado, Illinois, Indiana, Iowa, Kansas, Michigan, Minnesota, Missouri, Montana, Nebraska, North Dakota, Ohio, South Dakota, Wisconsin, Wyoming): 94,8% i sì, contro il 5,2% dei no.
Nel Sud (Alabama, Arkansas, Florida, Georgia, Kentucky, Louisiana, Mississippi, New Mexico, North Carolina, Oklahoma, South Carolina, Tennessee, Texas) ha risposto positivamente il 92,4%, a fronte del 7,6% di contrari.
Più basso il dato nell’Ovest (Alaska, Arizona, California, Hawaii, Idaho, Nevada, Oregon, Utah, Washington): 85,1% i sì, 14,9% i no.