7 ottobre, Hezbollah: “Israele entità cancerosa, deve essere eliminata”
Khaled Meshaal, esponente di spicco di Hamas, ha rilasciato delle taglienti dichiarazioni all’emittente televisiva Al Arabiya. In occasione del primo anniversario del 7 ottobre, il politico islamista ha infatti commentato: “L’alluvione di Al-Aqsa ha riportato l’occupazione al punto zero e ha minacciato la sua esistenza”.
Nelle stesse ore, il gruppo libanese Hezbollah definiva lo Stato ebraico un’entità “cancerosa”, che deve essere “eliminata”. Almeno a livello verbale, insomma, i due sodalizi usciti parecchio malconci dal confronto con Gerusalemme non mollano e annunciano la continuazione della resistenza.
A quanto si apprende dalle forze armate israeliane, peraltro, oggi sarebbe stato sventato un altro attacco proveniente da quel che rimane di Gaza. Le brigate Ezzedine Al-Qassam sarebbero riuscite a lanciare solamente qualche razzo contro degli insediamenti non lontani dalla Striscia.
Nel mentre l’Iran attende (e senza dubbio teme) la controrappresaglia israeliana, dopo che negli scorsi giorni quasi 200 missili avevano solcato i cieli dello Stato ebraico. Più che sul “se” a interessare sono il “quando” e il “come”. L’entità dell’attacco sarà fondamentale per capire cosa ci aspetta nel prossimo futuro. Non è un mistero che Israele stia approfittando della situazione per decapitare le linee di comando nemiche. “Ora o mai più”, questo il ragionamento dei falchi israeliani, che ha già portato alle eliminazioni eclatanti di Ismail Haniyeh e Hassan Nasrallah.
Da Palestina e Libano si potrebbe presto passare allo scontro diretto con l’Iran (di cui per il momento si sono avuti solo degli “assaggi”). Uno scenario da far tremare i polsi ma che appare proprio quello perseguito da Benjamin Netanyahu. Non a caso questa mattina una folla di centinaia di persone si è radunata a Gerusalemme di fronte alla casa del presidente israeliano. Le richieste dei manifestanti erano il cessate-il-fuoco a Gaza e un accordo per la liberazione degli ostaggi.
Il comandante in capo dell’esercito iraniano, Abdolrahim Mousavi, ha messo in guardia Israele dal compiere ulteriori azioni offensive. “Se i sionisti commettono un crimine nel rispondere alla risposta che abbiamo dato, sicuramente riceveranno una reazione più forte e distruttiva”.
Intanto a Reim, luogo del massacro al festival musicale Nova di un anno fa, si è svolta un’altra manifestazione. Alle 6.29 (le 5.29 in Italia), orario d’inizio dell’attacco di Hamas il 7 ottobre scorso, si è tenuto un minuto di silenzio.
Viene da chiedersi quante altre vittime dovranno essere inghiottite dal tritacarne mediorientale. Mai come in questo caso l’auspicata “vittoria totale” è una chimera, che può trasformarsi soltanto in un cimitero.





