Pubblichiamo una memoria del collega Emilio Buttaro (nella foto di copertina), che ha avuto la fortuna di conoscere personalmente Mike Buongiorno, uno dei personaggi più famosi della Rai Radiotelevisione Italiana.
“Ho avuto il piacere e l’onore di conoscere e di intervistare il grande Mike in due occasioni, parlando con lui anche a microfoni spenti. Ero giovanissimo e la prima volta forse non avevo ancora compiuto la maggiore età. Ricordo che mi sembrava quasi impossibile trovarmi di fronte a un autentico mito del piccolo schermo col quale erano cresciute intere generazioni. Era una serata organizzata in un locale della provincia di Reggio Calabria con tantissima gente, tutti ad aspettare Mike.
Non era il tempo dei selfie ma degli autografi e delle dediche alle persone care, e magari di qualche scatto con le macchine fotografiche anni ’80. Mi presentai e chiesi di poterlo intervistare per l’emittente televisiva della città e rimasi davvero colpito dalla sua disponibilità nel raccontarsi in video a un ragazzino. Anzi mi disse di dargli del tu per far scorrere meglio l’intervista.
Quel servizio televisivo ebbe un grande seguito con Mike a raccontare in pochi minuti la sua incredibile vita partendo dall’infanzia tra gli Stati Uniti e l’Italia, il suo primo incarico di giornalista sportivo per il quotidiano “La Stampa” nel 1943 e poi, undici anni dopo il suo debutto sul piccolo schermo quando presentò il primo programma televisivo ‘Arrivi e partenze’. Era il 3 gennaio 1954 e fu proprio lui ad inaugurare le emissioni della Rai- Radiotelevisione Italiana. Mi raccontò poi dei suoi successi fino alla consacrazione.
Vedere di persona Mike era davvero come vedere un astronauta. Ricordo con grande ammirazione il suo modo di comunicare, la sua semplicità, la sua proverbiale allegria e persino le sue gaffe spesso volute.
Qualche anno dopo lo incontrai nuovamente durante una delle tappe del suo celebre ‘Giromike’. Insieme a lui Enrico Beruschi, Alfredo Papa, Nada e Riccardo Fogli. Stavolta l’intervista era radiofonica e raccontò il suo clamoroso passaggio al gruppo Fininvest (oggi Mediaset) ma anche il suo amore per la Juventus che all’epoca vinceva con Cabrini, Scirea e Platini, che tempi! A microfoni spenti mi spiegò con il suo inguaribile ottimismo che ‘fare il presentatore è bellissimo ma un bravo conduttore deve essere anche e soprattutto un bravo giornalista’.
Ho riportato proprio questa frase alcuni anni fa alla gentile signora Daniela Zuccoli, in occasione dell’intitolazione della Via Mike Bongiorno a Milano nell’avveniristico quartiere di Porta Nuova. La signora Bongiorno ha ascoltato con attenzione e mi ha detto che Mike sapeva sempre trovare le parole giuste in ogni circostanza aggiungendo: ‘Ancora adesso tanti mi fermano per strada, mi abbracciano perché lui è rimasto nelle case e nel cuore di tutti’.
In effetti le sue trasmissioni sono state le cartoline di una società che è cambiata nel tempo. Mike, nato a New York il 26 maggio del 1924 ha condotto più di 80 programma televisivi e ben 11 edizioni del Festival di Sanremo. A Torino in questi giorni si sta girando la fiction Rai sul re del quiz e da qualche settimana Mediaset sta celebrando i cento anni dalla nascita con una nuova edizione de “La ruota della fortuna”.
Chissà cosa avrebbe pensato della tv di oggi, lui che quando faceva ‘Lascia o raddoppia?’ aveva il carisma e il potere di fermare l’Italia.
Emilio Buttaro




