Nessuna sorpresa in Francia, Macron a casa. Il voto degli elettori francesi non va interpretato perché dalle urne esce la volontà chiara e decisa: NO ALLA GUERRA e Macron deve lasciare la guida del Paese.
La vittoria schiacciante, senza appello, del partito di estrema destra di Marine Le Pen alle elezioni europee, ha costretto il presidente Macron a reagire, difatti dopo poco il risultato elettorale il presidente sconfitto e sconfessato, Emmanuel Macron ha annunciato la sua decisione. “Non posso fare come se niente fosse, ho deciso di ridare a voi la scelta sul vostro futuro parlamentare con il voto. Sciolgo questa sera l’Assemblée Nationale”, ha dichiarato, mentre su tutte le tv nazionali locali passavano le immagini di una raggiante Marine Le Pen.
L’avversaria finora non temuta da Macron ha dichiarato la disponibilità a governare, mentre sembra essere calato sull’Eliseo una coltre di cenere che offusca l’immagine del presidente pronto a inviare i suoi giovani a fianco dei soldati ucraini. l’Eliseo ha annunciato il discorso di Macron ai francesi in diretta tv pochi minulti dopo la diffusione dei risultati, che dava uno scarto di oltre 16 punti fra il partito lepenista e quello macroniano, che conta meno della metà dei voti dei vincitori (32% contro 14,5%).
Soltanto ieri abbiamo visto un Macron impettito a fianco del presidente americano Joe Biden parlando amorevolmente di guerra e sostegno all’Ucraina. Probabilmente anche in Francia i sondaggi riflettono la paura degli elettori a dichiararsi di destra o perlomeno non disposti a votare quella sinistra che da Bruxelles ha imposto politiche economiche estreme e green che hanno messo sotto scacco la classe media dei Paesi appartenenti.
Gli osservatori internazionali si stanno interrogando in queste ore cosa succederà ora in Francia,uno scenario senza precedenti in un Paese che si trova impegnato con tutte le sue forze nella preparazione delle imminenti Olimpiadi.
Se qualcuno sperava che le elezioni europee fossero un passaggio scontato per chi già occupa le poltrone a Bruxelles ora deve fare i conti con l’arma piu vincente il voto popolare e democratico che, in questo caso, sconfessa, il governo Macron.
Voto tra tre settimane, prospettive
La prospettiva – che prenderà forma nei due turni elettorali, fissati al 30 giugno e al 7 luglio – è quella che se il larghissimo risultato favorevole all’estrema destra si confermerà, Macron sarà costretto alla coabitazione con un esponente del Rassemblement National a capo del governo, probabilmente Jordan Bardella, il ventottenne capolista che ha ottenuto il miglior risultato della storia del partito di Le Pen.






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