- Trump ridisegna Obamacare a scapito delle assicurazioni
- Obamacare, dopo 15 anni è ancora divisiva
- Pieno potere alle assicurazioni
- Obamacare, causa del lockdown governativo
- Trump vuole dare più potere ai pazienti
- Trump attacca le assicurazioni
- Quanto costa al paziente Obamacare
- Quanto costa al governo federale Obamacare
- Il costo federale di Obamacare
- Il problema degli immigrati
Trump ridisegna Obamacare a scapito delle assicurazioni
Dopo aver costretto le aziende farmaceutiche ad abbassare i prezzi dei medicinali salvavita, Donald Trump apre un nuovo fronte della sua battaglia sulla sanità americana, annunciando l’intenzione di ridisegnare l’Obamacare e di ridurre drasticamente il ruolo centrale delle compagnie assicurative.
Obamacare, dopo 15 anni è ancora divisiva
Per comprendere il significato di questa nuova sfida, è necessario tornare al 23 marzo 2010, quando il presidente Barack Obama firmò la legge nota come Obamacare, o più propriamente “Affordable Care Act” (ACA).
Per la prima volta nella storia americana veniva introdotto il principio della copertura sanitaria universale obbligatoria, che prevedeva una multa a chi non possiede una assicurazione.
Si istituirono, cosi i Marketplace (ovvero piani assicurativi che ampliavano il programma Medicaid dedicati ai redditi bassi e ai più fragili) finanziati dal governo federale e dai governi statali.
In realtà la nuova legge entrò in vigore solo dopo quattro anni, nel 2014. Il tempo burocratico necessario per creare da zero un nuovo sistema di accesso all’assistenza sanitaria a costi bassi o gratuita.
Pieno potere alle assicurazioni
Fin dall’inizio la legge risultò fortemente divisiva. Le contestazioni più agguerrite si basano su due elementi critici: l’obbligatorietà della copertura per tutti e il potere crescente delle compagnie assicurative e farmaceutiche.
Secondo i repubblicani, proprio quest’ultimo punto spiegherebbe perchè, improvvisamente, dal 2010 l’avversione storica della sinistra americana verso queste industrie è scomparsa. Le grandi aziende del settore, infatti, passarono dal finanziare il GOP al sostenere profumatamente i democratici, anche grazie ai crescenti profitti generati dall’Obamacare.
Da allora, la riforma è rimasta al centro del dibattito politico americano e di scontri epici tra i due partiti, e non meno tra i cittadini.
Obamacare, causa del lockdown governativo
A quindici anni dalla sua introduzione, l’Obamacare non è solo il tema di un acceso dibattito, ma la scintilla che ha acceso una crisi politica che tiene in stallo il Paese.
Dal 1° ottobre 2025, infatti, le attività governative risultano bloccate: il Congresso non è riuscito entro fine settembre ad approvare le leggi di finanziamento e i democratici si sono opposti alle numerose “risoluzioni di continuità” presentate dal GOP (la procedura normalmente adottata in passato per mantenere operativo il governo durante le trattative tra i due partiti).
Il pomo della discordia resta l’Obamacare: i repubblicani intendono rinegoziare l’intero impianto, mentre i democratici (in minoranza ma in numero sufficiente a impedire ai repubblicani di raggiungere i 60 voti necessari per approvare la risoluzione di continuità) chiedono l’estensione dei sussidi sanitari, introdotti nel 2021 a causa della pandemia e in scadenza per 24 milioni di americani entro fine anno.
Lo shutdown causato dallo scontro su Obamacare non è un evento inedito: era già successo, anche se a parti invertite. Difatti, nel 2013 ci fu un blocco delle attività governative causato dall’intento del GOP (allora in minoranza) di fermare l’attuazione dell’Obamacare. Lo stallo durò solo tredici giorni e i repubblicani alla fine decisero di votare la risoluzione di continuità.
Trump vuole dare più potere ai pazienti
In mezzo all’impasse politica, Trump prova a ribaltare la logica stessa del sistema sanitario, spostando l’attenzione dal potere delle compagnie assicurative a quello dei cittadini.
Il presidente ha proposto un potenziale compromesso nell’impasse sullo shutdown del governo federale, esortando i repubblicani a reindirizzare i fondi federali che oggi vanno alle compagnie assicurative (ai sensi dell’Affordable Care Act) direttamente ai cittadini.
In un post su Truth Social, Trump ha scritto: “Sto raccomandando ai repubblicani del Senato che le centinaia di miliardi di dollari attualmente inviati alle compagnie di assicurazione siano dati direttamente agli americani, affinché possano negoziare e acquistare l’assicurazione che desiderano, incassando i soldi che dovessero avanzare”.
Trump attacca le assicurazioni
In queste ultime sei settimane (da quando è iniziato lo shutdown) Trump e i repubblicani hanno continuano a spiegare al Paese che l’Obamacare fa aumentare i costi e arricchisce le compagnie assicurative a spese dei contribuenti, i quali, tra l’altro, spesso non ricevono servizi sanitari equi ai premi pagati.
Una tesi supportata da evidenze. Secondo il think-tank Paragon Institute, l’introduzione dell’Affordable Care Act ha generato profitti senza precedenti per gli assicuratori, con una spesa federale di circa 126 miliardi di dollari nel 2023. Un’analisi di Haven Home rivela che il margine medio per alcune compagnie è passato dal −5,6% al +7,6% in un anno.
Quanto costa al paziente Obamacare
Ma quanto paga realmente un cittadino americano per la propria assicurazione sotto l’Obamacare? La risposta varia enormemente. Il costo dei vari piani assicurativi offerti agli americani con l’Obamacare oscilla infatti da 380 a 650 dollari al mese, in base a diversi fattori.
Tuttavia, la maggior parte delle persone non paga tali importi pieni, poiché riceve sussidi in base al reddito: pertanto il pagamento mensile effettivo varia tra 0 e 150 dollari al mese per persona.
Un esempio: una famiglia di quattro persone in California, con un reddito di 75.000 dollari l’anno, pagherebbe un premio assicurativo di circa 1.400 dollari mensili, ma dopo i sussidi ne versa solo 250 al mese per un piano completo che copre visite mediche, ospedali, farmaci, prevenzione, maternità, pediatria, urgenze e pronto soccorso.
Quanto costa al governo federale Obamacare
Se per i cittadini l’impatto economico può sembrare contenuto, per lo Stato federale i costi sono invece in costante crescita.
Il sistema è finanziato principalmente dai premi pagati dagli assicurati e dai sussidi federali; in alcuni Stati democratici parte dei costi (ad esempio quelli legati all’immigrazione) viene coperta anche da fondi Medicaid, l’assicurazione sanitaria gratuita per i poveri, anch’essa pagata dal governo federale.
Secondo il Congressional Budget Office (CBO) e il Centers for Medicare & Medicaid Services (CMS), la spesa totale per l’Obamacare ammonta a circa 220 miliardi di dollari l’anno. L’aumento annuale continua a essere significativo se si considera che, quando fu introdotto quindici anni fa, il costo era inferiore ai 100 miliardi.
Oggi la spesa è più che raddoppiata, ma anche la copertura è cresciuta: circa 45 milioni di persone ricevono assistenza sanitaria tramite l’Obamacare e il CBO stima che il costo continuerà ad aumentare gradualmente fino a 250 miliardi di dollari l’anno entro il 2030.
Il costo federale di Obamacare
Guardando nel dettaglio, la spesa diretta del governo federale rappresenta il cuore del problema politico. Deducendo il contributo dei vari Stati al costo complessivo (legato principalmente all’espansione di Medicaid), il costo netto per il governo federale è stimato attorno ai 150-170 miliardi di dollari l’anno.
Considerando che 45 milioni di americani sono coperti dall’Obamacare, il costo pro capite per il governo è di circa 3.800 dollari.
“Una spesa non sostenibile per il governo”, afferma Trump, che al contempo propone di trasferire questi fondi direttamente ai cittadini americani, che “potrebbero così negoziare la migliore assicurazione sanitaria e intascare eventuali risparmi”.
I democratici, tuttavia, temono che un sistema simile metterebbe in chiaro i numeri della spesa sanitaria per gli immigrati irregolari negli Stati più “accoglienti”.
Il problema degli immigrati
Un capitolo particolarmente controverso riguarda l’assistenza sanitaria agli immigrati.
Gli immigrati senza documenti legali negli Stati Uniti non possono iscriversi ai piani Obamacare, non possono ricevere sussidi e non sono idonei all’espansione di Medicaid.
Tuttavia, non vengono esclusi dalle cure d’emergenza o dai servizi pubblici di base, che restano coperti da Medicaid.
In alcuni Stati amministrati dai democratici (come California, New York e Illinois) oltre ai servizi di primo soccorso finanziati dal governo federale, esistono programmi statali o locali specifici che stabiliscono annualmente budget per le coperture sanitarie tramite Medicaid indipendentemente dallo status legale.
L’Obamacare, nato per garantire equità e accesso universale, ha finito per rafforzare il potere delle stesse compagnie che avrebbe dovuto regolare.
Trump ne ha colto il paradosso e, con la sua proposta di ridistribuire i fondi direttamente ai cittadini, ha riportato il dibattito al nodo centrale: chi deve davvero gestire la salute degli americani, lo Stato o il mercato?




