Uno sciamano di lotta e di governo. L’assurda parabola dell’italoamericano Jacob Anthony Angeli Chansley
La guerra, diceva Von Clausewitz, non è nient’altro che la continuazione della politica con altri mezzi. Questa volta, però, lo scenario è capovolto. L’italoamericano Jacob Anthony Angeli Chansley, lo “sciamano” condannato a 3 anni e 5 mesi per l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021, sembrerebbe infatti intenzionato a tornare al Congresso, questa volta passando per le elezioni.
L’emittente americana CBS ha infatti riportato che lo sciamano avrebbe presentato i documenti necessari alla sua candidatura in Arizona con il Libertarian Party. L’italoamericano attualmente sta scontando la sua pena a Phoenix, sua città natale. Sarebbe però lungi dall’accettare di tornare nell’anonimato.
Secondo una perizia Jacob Anthony Angeli Chansley soffrirebbe di disturbo bipolare e di schizofrenia transitoria. Come è noto una condanna, anche in corso, non impedisce la candidatura al Congresso. Vedremo dunque cosa ci riserverà il futuro. Il 35enne nei mesi scorsi aveva deciso di patteggiare. Un trattamento di favore gli è stato concesso perché avrebbe sinceramente compreso la gravità del proprio comportamento. Lo sciamano (chiamato così perché durante l’attacco di Capitol Hill indossava un copricapo da Toro Seduto) ha peraltro preso le distanze da QAnon, di cui prima affermava di essere sostenitore.
Certo è che una sua candidatura avrebbe un peso più mediatico che elettorale. Sin dalla fondazione nel 1971, il Libertarian Party non ha mai eletto rappresentanti al Congresso. In compenso ha ottenuto seggi a livello statale in diverse parti degli Stati Uniti. Il risultato più alto mai conseguito è stato nel 2016. In quell’occasione il Libertarian Party ottenne il 3,3% dei voti a livello federale. Pur trattandosi di una percentuale minoritaria dell’elettorato USA, ciò significa comunque quasi 4,5 milioni di persone che hanno dato la propria preferenza al Libertarian Party.
C’è da dubitare che sarà proprio lo sciamano a modificare gli equilibri politici statunitensi. La sua candidatura, tuttavia, farà molto discutere e accenderà i riflettori sulla terza compagine degli Stati Uniti.





