La vicepresidente Kamala Harris si è assicurata il sostegno di un numero sufficiente di delegati democratici (2.574) per essere nominata candidata alla presidenza degli Stati Uniti, secondo un conteggio effettuato da Epoch Times nella tarda serata di lunedì. Per vincere già al primo scrutinio ne occorrono 1.976.
Tuttavia, poiché i delegati non presenteranno la loro nomina ufficiale fino ad agosto, in occasione della Convention nazionale democratica di Chicago, c’è ancora la possibilità che emergano nuovi candidati per sfidare la favorita.
Da quando il presidente Joe Biden si è ritirato dalla corsa, designandola ufficialmente come sua sostituta, Harris si sta muovendo senza sosta per assicurarsi l’appoggio chiave dei leader del partito, poter contare sulla totalità dei delegati di Biden e creare un team coeso e forte per fronteggiare il ticket Trump-Vance.
Appello all’elettorato tradizionale del suo partito
“Insieme, combatteremo per costruire una nazione in cui ogni persona abbia un’assistenza sanitaria a prezzi accessibili, in cui ogni lavoratore sia pagato in modo equo e in cui ogni anziano possa andare in pensione con dignità”, ha detto la candidata in pectore, rivolgendosi alla classe media, da cui spera di attingere voti a piene mani.
La sostituta, in corsa dell’anziano leader Dem, ha promesso di approvare il John Lewis Voting Rights Advancement Act e la legislazione relativa all’aborto, oltre a condurre un controllo più stringente sulle armi e ad introdurre un divieto in materia di armi d’assalto.
“Siamo tutti qui perché amiamo il nostro paese, giusto? E crediamo nei nostri principi fondamentali. Crediamo nella libertà, nelle opportunità e nella giustizia, non per alcuni, ma per tutti. Quindi, nei prossimi 106 giorni, porteremo la nostra istanza al popolo americano e vinceremo”, ha dichiarato la vicepresidente all’inizio del suo intervento a Wilmington, nel Delaware.
Il presidente Biden, intervenuto telefonicamente all’incontro, ha esortato il suo ex staff della campagna elettorale a fare quadrato intorno a Kamala Harris, perché “è cambiato solo in nome nella parte superiore del biglietto, ma la missione non è cambiata affatto”.
I possibili sfidanti
Tra i potenziali rivali della prima persona nera e di origine sud-asiatica a ricoprire la carica di vicepresidente degli Stati Uniti, se il partito dovesse optare per una convention aperta dal 19 al 22 agosto, si fanno i nomi del governatore della Pennsylvania Josh Shapiro e dei suoi omologhi della California, Gavin Newsom, del Michigan, Gretchen Whitmer, del Maryland, Wes Moore, del Kentucky, Andy Beshear, dell’Illinois, J.B. Pritzker, e di quello della Carolina del Nord, Roy Cooper.
L’AFL-CIO, la più grande federazione di sindacati negli Stati Uniti, ha approvato all’unanimità il suo sostegno all’ex procuratore generale dello Stato.
“Fin dal primo giorno, la vicepresidente Kamala Harris è stata un vero partner nel guidare l’amministrazione più favorevole al lavoro della storia. In ogni fase della sua illustre carriera in cariche pubbliche, ha dimostrato di essere una combattente tenace e di principio per i lavoratori e una leader visionaria su cui possiamo contare”, ha affermato la presidente Liz Shuler.
Composta da 60 sindacati e più di 12,5 milioni di lavoratori, l’AFL-CIO potrebbe essere decisiva per assicurarsi voti in stati come Michigan, Pennsylvania e Wisconsin.
WinWithBlackWomen raccoglie fondi in tempi record
Circa 44.000 donne di colore hanno raccolto 1,5 milioni di dollari per Kamala Harris in 3 ore con una chiamata Zoom che ha mandato in crash la piattaforma di riunioni online.
La rete #WinWithBlackWomen, fondata dall’organizzatore e stratega Jotaka Eaddy, ha ospitato domenica una chiamata Zoom per sole donne nere che ha visto 44.000 donne partecipanti. All’evento hanno preso parte, tra le altre, la deputata Joyce Beatty dell’Ohio e la deputata Jasmine Crockett del Texas, stando a quanto riportato da Bloomberg. Anche la deputata Maxine Waters della California, che ha fatto la storia come la prima donna e presidente afroamericana della Commissione per i servizi finanziari della Camera, è intervenuta. L’aumento vertiginoso delle presenze ha causato l’arresto della riunione Zoom.
In un post su X, Eaddy ha ringraziato il COO di Zoom Aparna Bawa per aver contribuito a “creare lo spazio per la storia”. Al ritiro di Joe Biden, è seguita un’ondata di donazioni. In un post sul social di Elon Musk, ActBlue ha affermato che sono stati raccolti 46,7 milioni di dollari per la campagna di Harris nelle sette ore successive all’annuncio, il più grande giorno di raccolta fondi delle elezioni del 2024.
