Il Dl Sicurezza: approvazione definitiva al Senato
Il decreto sicurezza è diventato legge dopo l’approvazione definitiva al Senato con 109 voti favorevoli, 69 contrari e un’astensione. Il governo aveva posto la questione di fiducia sul provvedimento, già approvato dalla Camera il 29 maggio scorso.
Tensioni in aula e proteste dell’opposizione
La seduta è stata caratterizzata da forti tensioni e momenti di scontro tra maggioranza e opposizione. Particolarmente acceso è stato l’intervento del senatore di Fratelli d’Italia Alberto Balboni, presidente della Commissione Affari Costituzionali, che ha provocato la reazione dei senatori di Pd e M5s. Balboni aveva dichiarato: “Capisco che vogliate stare dalla parte della criminalità”, una frase che ha scatenato le proteste dell’opposizione e per la quale si è successivamente scusato, definendola una “domanda retorica”.
L’intervento di Balboni è stato contestato anche per altre affermazioni, nelle quali aveva accusato il centrosinistra di essere “radical chic” e di non pensare alle fasce più deboli della popolazione. Come riferisce l’Ansa, molti esponenti dell’opposizione, tra cui Peppe De Cristofaro di Alleanza Verdi-Sinistra, si sono alzati dai loro banchi dirigendosi verso quelli della maggioranza per controbattere ma a fermarli ci hanno pensato gli assistenti parlamentari.
I senatori di opposizione hanno messo in atto diverse forme di protesta, sedendosi davanti ai banchi del governo con cartelli recanti scritte come “Denunciateci tutti” e “Vergogna”, urlando slogan contro il decreto e chiedendo la convocazione della conferenza dei capigruppo. Il presidente del Senato Ignazio La Russa – come riferisce l’Adnkronos – ha inizialmente fatto proseguire i lavori, evidenziando la presenza di precedenti di proteste simili ma di fronte al perdurare delle contestazioni ha dovuto sospendere la seduta e convocare i presidenti dei gruppi parlamentari.
Le tensioni sono proseguite anche durante altri interventi. Scintille si sono registrate durante l’intervento della senatrice leghista Nicoletta Spelegatti, che ha accusato le opposizioni di fare “un teatro dell’assurdo” e di “non ascoltare”. Il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo ha poi ironicamente invitato i suoi colleghi a “far vedere come si ascolta”, mantenendo il silenzio durante l’intervento del democratico Andrea Giorgis.
Le dichiarazioni della Premier Meloni
La Premier Giorgia Meloni ha commentato l’approvazione sui social media, affermando: “Con l’approvazione definitiva del Decreto Sicurezza al Senato, il Governo compie un passo decisivo per rafforzare la tutela dei cittadini, delle fasce più vulnerabili e dei nostri uomini e donne in divisa”.
Meloni ha inoltre sottolineato gli obiettivi del decreto: “Interveniamo con determinazione contro le occupazioni abusive, accelerando gli sgomberi e proteggendo famiglie, anziani e proprietari onesti, troppo spesso lasciati soli di fronte a ingiustizie intollerabili. Combattiamo le truffe agli anziani, un fenomeno vile che colpisce chi più merita rispetto e protezione”.
La premier ha concluso ribadendo la filosofia del governo: “Legalità e sicurezza sono pilastri della libertà. E noi continueremo a difenderli con determinazione”.
Le posizioni dell’opposizione
L’opposizione ha espresso dure critiche al provvedimento attraverso interventi molto accesi. Il leader del M5s, Roberto Scarpinato, ha annunciato che il Movimento si impegnerà “a inserire nel proprio programma politico al primo punto l’abolizione di questa legge vergogna e di ripristinare la legge costituzionale”. Scarpinato ha fatto una lunga disamina storica sulle manifestazioni di dissenso, citando gli scontri di Genova durante il G8 del 2001 e sostenendo che il decreto vuole abituare “gli italiani a non tollerare più le manifestazioni di dissenso e a considerare gli autori dei criminali”.
Matteo Renzi di Italia Viva ha definito il decreto “quanto di più lontano dalla nostra cultura”, esprimendo particolare preoccupazione per gli articoli 30 e 31 sulle intercettazioni e sui poteri degli agenti dei servizi. “Ma siete impazziti?” ha esclamato Renzi. “Se i servizi vogliono compiere un colpo di Stato possono farlo! La vergogna di quello che avete fatto resterà negli anni”. Il leader di Italia Viva ha anche criticato la maggioranza accusandola di essere composta da “schiaccia-tasti” e sostenendo che il decreto “cambia il codice penale per cambiare i vostri sondaggi”.
Critico anche Carlo Calenda di Azione, che tuttavia ha rimproverato i colleghi di opposizione per le modalità di protesta, sostenendo che “queste cose vanno combattute nel merito e non con gli show, in questo modo la destra continuerà a governare il Paese”. I banchi del centrodestra hanno accolto il suo intervento con gli applausi.
Francesco Boccia, presidente dei senatori del Pd, ha denunciato “la vergognosa gestione del decreto sicurezza e la sudditanza della maggioranza verso il governo”, sottolineando che si tratta del “93esimo voto di fiducia” del governo Meloni, che ha “battuto tutti i record delle ultime 5 legislature”.
Il commento positivo del Ministro Piantedosi
Anche il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha commentato positivamente l’approvazione, definendo il decreto sicurezza “un provvedimento strategico, fortemente voluto da questo Governo, che introduce nuovi ed efficaci strumenti per rafforzare il contrasto a criminalità e terrorismo”.
Il contenuto del dl Sicurezza
Il provvedimento introduce nuove fattispecie di reato e inasprisce alcune pene esistenti. Tra le misure più controverse figura la punibilità di atteggiamenti di resistenza passiva nelle rivolte carcerarie e l’introduzione del reato di blocco stradale, che hanno alimentato le polemiche dell’opposizione sulla presunta limitazione del diritto di manifestazione.
Il decreto interviene anche contro le occupazioni abusive, accelerando le procedure di sgombero e introducendo sanzioni più severe. Sono previste inoltre misure specifiche per contrastare le truffe agli anziani e per rafforzare gli strumenti a disposizione delle forze dell’ordine.
Particolarmente dibattuti sono gli articoli 30 e 31, che riguardano le intercettazioni e i poteri degli agenti dei servizi segreti, che secondo l’opposizione potrebbero non essere punibili anche in caso di direzione di organizzazioni terroristiche.
La conferenza dei capigruppo del Senato è stata convocata per domani alle 11.30, anche a seguito della richiesta delle opposizioni di far slittare l’esame della Riforma della giustizia dall’11 giugno a settembre.






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