Due giudici federali del Kansas e del Missouri, su sollecitazione di diversi Stati a guida repubblicana, hanno bloccato parti significative del nuovo piano di rimborso dei prestiti studenteschi del presidente Joe Biden, non ancora in vigore, che taglia i pagamenti mensili dei mutuatari e offre un percorso più rapido per ottenere il condono dei debiti.
Le ingiunzioni preliminari impediscono al Dipartimento dell’Istruzione degli Stati Uniti di attuare le disposizioni del piano The Saving on a Valuable Education, o SAVE, compresi i pagamenti più bassi, previsti per luglio.
Alla luce della decisione assunta dai giudici, l’amministrazione Biden non sarà in grado di condonare altri debiti, fino a quando i casi non saranno decisi.
Trump: voto di scambio
Esulta chi ha osteggiato fin dall’inizio questa sorta di “Superbonus”, che porterebbe alla cancellazione di una “fetta” dei debiti che i frequentatori dei college hanno con le casse federali, ammontante a 153 miliardi di dollari.
Importante la ricaduta politica del doppio “stop”. In caso di “via libera”, 4 milioni di studenti si sarebbero sentiti in un certo senso in dovere di votare per Biden il prossimo 5 novembre. Per i sostenitori di Donald Trump è un classico “voto di scambio” per tenere sotto controllo le proteste dei campus, elargendo aiuti pubblici.
Biden annuncia battaglia
“Tutto questo è un vero disastro per i mutuatari, ed è piuttosto scioccante che dei funzionari pubblici statali abbiano chiesto ai tribunali di impedire all’amministrazione Biden di offrire pagamenti di prestiti più accessibili ai propri cittadini in un momento in cui così tanti americani stanno lottando con i prezzi elevati”, ha affermato Abby Shafroth, co-direttrice dell’advocacy presso il National Consumer Law Center. “È uno stratagemma piuttosto cinico in un anno elettorale per impedire all’attuale presidente di poter abbassare i prezzi per gli americani della classe operaia e media”, ha aggiunto ancora.
La Casa Bianca non intende fermarsi: “Le sentenze odierne dei giudici non impediranno alla nostra amministrazione di utilizzare ogni strumento disponibile per offrire agli studenti e ai mutuatari il sollievo di cui hanno bisogno”, ha detto la portavoce Karine Jean-Pierre.
Gli Stati contro Biden
Undici Stati guidati dal Kansas hanno intentato una causa contro il programma SAVE a fine marzo presso la Corte distrettuale degli Stati Uniti per il distretto del Kansas. Il mese successivo, il Missouri e altri sei Stati hanno fatto lo stesso presso la Corte distrettuale degli Stati Uniti per il distretto orientale del Missouri. In entrambi i casi si sostiene che l’amministrazione abbia nuovamente superato la sua autorità e che il piano di rimborso era un tentativo indiretto di cancellare i debiti.
Finora, l’amministrazione ha cancellato 167 miliardi di dollari di debiti per quasi cinque milioni di debitori. Il senatore Bill Cassidy della Louisiana ha spiegato che il piano di rimborso basato sul reddito “non cancella il debito”, ma semplicemente ne trasferisce l’onere sui contribuenti.
I costi esorbitanti
Il contestato piano di Biden per cancellare i debiti studenteschi ha un costo complessivo di 400 miliardi di dollari. A fare i calcoli è stato il Congressional Budget Office (Cbo), l’organismo indipendente incarico di fornire analisi economiche al Congresso. Alla fine del 2023 il valore complessivo dei debiti contratti dagli studenti, aveva superato i 1.700 miliardi di dollari.
Una cifra enorme per il sistema economico e finanziario degli Stati Uniti. Un rischio che gli esponenti del GOP non vogliono correre.





