Ron DeSantis in prima fila nel contenimento di Pechino
La consapevolezza che la sfida tra USA e Cina sia di natura strategica è sempre più radicata nell’opinione pubblica americana. Che tutti gli attori, pubblici e privati, debbano fare la propria parte per arginare le ingerenze cinesi richiede invece più tempo. Per questo il governatore della Florida, Ron DeSantis, ha deciso di varare tre provvedimenti volti a contrastare l’influenza di Pechino nello Stato. Nel mirino sono finiti gli acquisti di terreni agricoli, i finanziamenti cinesi a università e istituti di ricerca, nonché le applicazioni digitali pericolose per la privacy e la sicurezza degli americani. Mentre i venti di guerra soffiano nello Stretto di Taiwan, la Florida si colloca dunque in posizione avanzata per tutelare la sicurezza nazionale, come del resto annunciato negli scorsi mesi. Vediamo nel dettaglio quali misure siano state approntate dal governatore e le loro ripercussioni sulle relazioni bilaterali.
I provvedimenti presi dalla Florida
Come riportato anche dall’Agenzia Nova, la Florida ha aperto un nuovo capitolo nel confronto tra Stati Uniti e Repubblica Popolare Cinese. Gli enti pubblici non potranno infatti più concedere terreni agricoli a soggetti legati direttamente o indirettamente al governo di Pechino. Le acquisizioni dai privati potranno essere effettuate solamente a una distanza di sicurezza di 5 miglia (oltre 8 chilometri) dalle basi militari a stelle e strisce. Gli appezzamenti di terreno, inoltre, dovranno essere inferiori ai 2 acri di estensione (0,8 ettari). È evidente come tale misura sia finalizzata a contrastare tentativi di spionaggio sul suolo americano da parte del rivale asiatico.
La stessa filosofia muove gli altri due provvedimenti voluti da DeSantis. Le università della Florida non potranno più accettare finanziamenti né instaurare partnership con la controparte, salvo l’ottenimento di una particolare autorizzazione da parte di Tallahassee. Discorso analogo per il terzo e ultimo provvedimento varato dalla Florida. Esso prevede la stesura di una black list per applicazioni e software cinesi rischiosi per la sicurezza e la privacy degli utenti. Un’azione a tutto tondo, dunque, quella messa in campo dallo Stato USA, che va a colpire diversi vettori cui è solita ricorrere Pechino per emanare la propria influenza e spiare le nazioni ostili.




