Il funerale di Giorgio Napolitano a Montecitorio
Finita la camera ardente al Senato, il feretro dell’ex presidente della Repubblica è arrivato poco fa a Montecitorio. Il funerale di Giorgio Napolitano vede la presenza di alcune tra le più alte cariche europee. Presenti infatti il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier e quello francese Emmanuel Macron. Si segnala anche la partecipazione dell’albanese Edi Rama, nonché degli ex presidenti transalpini Nicolas Sarkozy e Francois Hollande. Alla cerimonia presenziano ovviamente anche il premier italiano Giorgia Meloni e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Presente inoltre la quasi totalità dei ministri.
Su piazza Montecitorio la salma ha ricevuto gli onori militari, mentre è stato cantato l’Inno italiano. Clio, moglie del defunto, ha accolto il feretro del marito all’ingresso della Camera. Poco prima Sergio Mattarella era andato a stringere la mano e a fare le condoglianze sia alla vedova che ai figli. Dopo il passaggio in Transatlantico e l’omaggio dei presenti nella sala dei ministri, sono iniziate le esequie nell’Aula di Montecitorio.
Le parole di La Russa e Fontana
Il presidente della Camera, Attilio Fontana, ha salutato la vedova e i familiari di Napolitano, che ha definito “una delle figure più rilevanti della storia della Repubblica”. Un “servitore dello Stato, nel corso del suo mandato presidenziale ha guidato il Paese in uno dei periodi più complessi della storia italiana recente”. Sempre Fontana ha parlato del “profondo senso delle Istituzioni” e del “rigore morale” da parte del defunto.
È stata poi la volta del presidente del Senato Ignazio La Russa: “Alla Signora Clio, ai figli e a tutti i familiari del Presidente Emerito desidero rinnovare il commosso abbraccio mio personale e di tutto il Senato della Repubblica. La scelta di questo estremo saluto con rito laico che tutti – a partire dal Sommo Pontefice – abbiamo rispettato, non mi impedisce di pensare che il suo garbato e ironico modo di fare e il suo spirito continueranno a vivere nel ricordo degli italiani ma anche in qualcosa di più grande di tutti noi. Ciao Presidente”.
La famiglia, il ricordo di Gentiloni e del cardinale Ravasi
Hanno poi preso la parola il figlio Giulio e la nipote Sofia. Così il ricordo del primo: “Non ricordo un solo giorno che non sia stato di lavoro. La politica era per lui era una cosa seria. Richiedeva decisioni e assunzione di responsabilità, non sopportava la demagogia. La politica era inscindibile dalla vita quotidiana, la politica era il nostro orizzonte. Ciò non gli impediva di essere un marito e padre affettuosissimo”. “Un uomo formidabile, premuroso e pieno di attenzioni – così lo ricorda la nipote Sofia – era sempre presente per noi, ascoltava i nostri problemi in modo partecipe e comprensivo nonostante fosse già occupato con i problemi del Paese”
“Salutiamo un grande presidente – ha poi affermato Paolo Gentiloni, Commissario Ue per gli affari economici ed ex presidente del Consiglio – un simbolo della credibilità e della forza delle istituzioni della Repubblica e lo facciamo stretti a lei, presidente Mattarella, che di questa credibilità e forza è espressione. Salutiamo un grande riformista, per lui l’Europa è sempre stata la via maestra, questa via, la tua via, cercheremo di seguirla sempre”.
Particolarmente dolci le parole del cardinale Gianfranco Ravasi. Secondo il porporato, Benedetto XVI aveva confessato proprio a Giorgio Napolitano di volersi dimettere da pontefice. Un ricordo commosso che ha evidenziato l’amore per la cultura nutrito dai due, in grado di unire personalità con sensibilità religiose molto diverse.
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