Conferenza di Monaco, le parole di Stoltenberg sono da far tremare i polsi
Nel capoluogo della Baviera si sta svolgendo la 60esima edizione della Conferenza di Monaco sulla Sicurezza. Si tratta di un evento della massima importanza, che vede la partecipazione di molteplici capi di Stato e di governo, oltre ai maggiori esperti sul tema a livello globale. La scelta della città non è casuale. Qui, infatti, si tenne nel settembre 1938 il famoso incontro a 4 tra Chamberlain, Daladier, Hitler e Mussolini, che sembrò scongiurare l’ipotesi di una guerra in Europa. Sappiamo purtroppo come andò a finire.
L’evento, nonostante il risultato effimero, rimase ben impresso nella memoria collettiva, tanto da far scegliere proprio Monaco quale sede evocativa per tenere questo tipi d’incontri. Non è un caso se in tempi recenti, Putin abbia pronunciato in tale occasione uno dei suoi attacchi più duri contro la politica occidentale. Era il 2007 e l’intervento del presidente russo venne visto (a ragione) come uno spartiacque del post Guerra Fredda. Anche in questo caso gli effetti drammatici li stiamo sperimentando a stretto giro e il futuro si presenta a tinte fosche.
Che la contrapposizione tra la Nato e il binomio Russia-Cina sia sempre più accentuata non è certo una novità. Le parole pronunciate oggi da Jens Stoltenberg, tuttavia, sono difficili da sopravvalutare. “Putin deve realizzare che non otterrà quello che vuole sul campo di battaglia – ha dichiarato il Segretario generale della Nato – per avere una pace stabile serve quindi continuare a fornire all’Ucraina quello che le serve”. Fin qui, si dirà, siamo praticamente all’ordinaria amministrazione.
Sono le parole successive che vanno però lette con estrema attenzione. Secondo il norvegese, infatti, “dobbiamo passare da un sistema industriale a passo lento, da tempi di pace, a uno dall’alto ritmo, tipico dei conflitti, per produrre di più”. In sostanza i membri dell’alleanza dovrebbero coordinare l’apparato industriale secondo le esigenze della guerra aperta tra blocchi di potenze. Proprio ciò che Monaco dovrebbe evitare.





