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Si alza il livello dello scontro tra governo e magistrati. Meloni non arretra: “Continueremo a lavorare senza sosta per difendere i nostri confini”

In serata il Cdm che dovrebbe rendere norma primaria l'indicazione dei Paesi sicuri.


Ernesto Ferrante by Ernesto Ferrante
Ottobre 21, 2024
in Esteri, Politica, Ultimissime
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Si alza il livello dello scontro tra governo e magistrati. Meloni non arretra: “Continueremo a lavorare senza sosta per difendere i nostri confini”
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Giorgia Meloni è pronta a respingere gli attacchi ricevuti negli ultimi giorni. C’è attesa per il Consiglio dei ministri che si riunisce oggi alle 18:30. Sul tavolo la scivolosissima questione migranti. Il Cdm dovrebbe promulgare un decreto che possa permettere all’esecutivo di superare l’ostacolo rappresentato dalla sentenza europea che riguarda i Paesi considerati “sicuri” o “non sicuri”, alla base della decisione della magistratura di bloccare la procedura in Albania per 12 migranti, provenienti da Bangladesh ed Egitto, che avrebbero dovuto essere ospitati nei centri appena costruiti a Schengjin e Gjiader, dopo l’accordo tra Italia e Albania.

  • L’email del giudice Patarnello
  • La linea del governo in materia di immigrazione
  • Le ragioni dei magistrati, le reazioni di Salvini e Tajani
  • Garantire le prerogative dell’esecutivo 
  • L’interrogazione di Fratelli d’Italia

L’email del giudice Patarnello

L’atmosfera è tesa, anche per effetto dell’email di Marco Patarnello, 62anni, toga aderente a Magistratura democratica e sostituto procuratore generale della Cassazione. Patarnello ha scritto testualmente ai propri colleghi che “Meloni non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali ma per visioni politiche e questo la rende molto più forte, e anche molto più pericolosa la sua azione. Così un esponente di Magistratura democratica”. Considerazioni gravi e pesanti che sicuramente saranno oggetto di una serie di interrogazioni parlamentari.

La linea del governo in materia di immigrazione

“Il nostro impegno va avanti. “Continueremo a lavorare senza sosta per difendere i nostri confini e per ristabilire un principio fondamentale: in Italia si entra solo legalmente, seguendo le norme e le procedure previste”, ha detto la premier in una dichiarazione diffusa da palazzo Chigi.

“È una priorità assoluta combattere chi sfrutta il legittimo desiderio delle persone di trovare condizioni di vita più favorevoli per ingrassare i propri profitti. Il Governo è determinato a smantellare queste reti criminali e a debellare il traffico illegale di esseri umani, che alimenta gli interessi degli schiavisti del Terzo Millennio”, ha sottolineato ancora Giorgia Meloni, esplicitando ulteriormente il piano d’azione della sua squadra.

La leader di Fratelli d’Italia è stata ancora più diretta su X: “Finché avremo il sostegno dei cittadini continueremo a lavorare con determinazione, a testa alta, per realizzare il nostro programma e aiutare l’Italia a crescere, diventare forte, credibile e rispettata. Lo dobbiamo agli italiani, a chi ci ha scelto e a chi, pur non avendo votato per noi, spera che facciamo bene il nostro compito. Al lavoro senza sosta, senza paura”.

Le ragioni dei magistrati, le reazioni di Salvini e Tajani

Secondo alcuni, i magistrati non potevano disattendere la sentenza della Corte di giustizia europea per cui non è ammissibile la qualificazione ibrida di Paesi sicuri. Sia l’Egitto che il Bangladesh rientrano in questa “categoria” in quanto ritenuti sicuri ad eccezione di alcune categorie di persone come dissidenti politici ed omosessuali. Una valutazione prevalentemente politica rimessa a un giudice della Corte europea, che può condizionare in maniera importante le politiche migratorie di uno Stato.

Il sostituto procuratore della Cassazione, Marco Patarnello, autore della mail al centro della quale figura la premier Giorgia Meloni, definita ‘più pericolosa di Berlusconi, “non dovrebbe più essere al suo posto”, ha affermato il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini, a margine della firma di un accordo con il Politecnico di Milano per la realizzazione del nuovo Campus Nord, questa mattina a Milano.

“Se quella mail fosse vera, ha incalzato Salvini, sarebbe di una gravità inaudita e comporterebbe l’immediato licenziamento”. Del resto, ha proseguito, “ci sono più di 9mila magistrati in Italia, la stragrande maggioranza dei quali fa liberamente e positivamente il proprio lavoro. Se c’è qualcuno che ha preso il tribunale per un centro sociale e per un luogo di vendetta politica ha sbagliato mestiere, molto semplicemente. Se qualcuno vede il nemico nel sindaco, nel governatore, nel ministro, è un problema”.

Veemente anche la reazione del ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha rivendicato l’autonomia decisionale del governo. “C’è un piccolo gruppo, una corrente che si chiama Magistratura democratica, storicamente legata all’allora partito comunista, che prima attaccava Silvio Berlusconi e ora attacca Meloni. Si lamentano del generale Vannacci, ma fanno la stessa cosa”, ha dichiarato Tajani al Corriere della Sera. L’azzurro è stato chiaro: “Neanche un magistrato deve essere politicizzato. Come non esistono carabinieri di destra e carabinieri di sinistra”.

Garantire le prerogative dell’esecutivo 

Sul “no” ai trattenimenti, che ha inasprito lo scambio di colpi tra politici e giudici, il capo della diplomazia italiana ha ribadito che “non sono i magistrati a dover decidere quali sono i Paesi sicuri. Il potere giudiziario non può invadere gli altri due”. E ancora: “Io rispetto le sentenze, però i magistrati non possono fare come vogliono. La Corte europea parlava di parti di territorio non sicure ma deve essere venuto meno il controllo, come accade con gli Houti. Altrimenti nemmeno l’Italia è sicura”.

L’interrogazione di Fratelli d’Italia

Tommaso Foti, capogruppo di Fdi alla Camera dei deputati, ha parlato di “attacco sistemico messo in atto contro le politiche del governo Meloni da parte di alcuni esponenti della magistratura” che “merita di essere smascherato”. Annunciata una interrogazione parlamentare per chiedere al ministro della Giustizia “come sia possibile che magistrati che finanziano le ONG e hanno esplicitato in più occasioni la propria contrarietà verso le politiche del governo in tema di lotta all’immigrazione clandestina siano gli stessi chiamati poi a decidere sui respingimenti”. Per Foti, più che ravvisare una incompatibilità funzionale, “c’è da chiedersi se non sia il caso che chi ha posto in atto queste condotte sia assegnato ad altra sezione”.

Tags: #governo#salvinicdmImmigrazioneMagistratimattarellaPatarnellotajani

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