Corsi e ricorsi storici. È ancora scontro Italia-Francia sui migranti
Negli ultimi anni Roma e Parigi hanno coltivato relazioni bilaterali ambivalenti. La collaborazione su diversi dossier (dalla riforma del patto di stabilità alle sinergie in ambito Difesa, passando per la firma del Trattato dell’Eliseo) si alterna a polemiche ricorrenti, in primis sul tema dei migranti. Lo scontro Italia-Francia aveva mostrato una particolare recrudescenza già nel corso del Conte 1, assopendosi temporaneamente con i due governi italiani successivi. L’ascesa di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi non ha scaldato i cuori dell’establishment transalpino, con la conseguenza di registrare diverse polemiche nel corso dei mesi passati.
Particolarmente dura era stata la reazione di Giorgia Meloni dopo la visita di Zelensky a Parigi, quando Macron e Scholz si erano mossi senza coinvolgere gli altri partner europei. Al protagonismo franco-tedesco, tuttavia, si affianca un problema ancora più sentito dalle rispettive opinioni pubbliche: quello dei fenomeni migratori. Un tema non estraneo all’affermazione elettorale del centrodestra (e di Fratelli d’Italia in particolare) nel corso delle scorse politiche. Al contrario di altri ambiti, l’azione del governo non ha realizzato risultati apprezzabili, con l’Italia che è in piena emergenza sbarchi.
Le parole del ministro francese
Questo lo scenario in cui si è svolto l’ennesimo episodio dello scontro Italia-Francia. In un’intervista rilasciata a Radio Monte Carlo, il ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin, ha criticato pesantemente l’esecutivo italiano. Il governo Meloni sarebbe infatti “incapace di risolvere i problemi migratori”. Gli sbarchi nella penisola sono quadruplicati rispetto a un anno fa (avendo già toccato quota 40.000). Parigi è preoccupata dai cosiddetti movimenti secondari, ossia gli ingressi in territorio francese attraverso l’Italia, approdo privilegiato dai migranti. Non propriamente un dettaglio che l’Italia sia stata lasciata da sola di fronte all’emergenza migratoria.
Alle dichiarazioni del ministro transalpino non sono estranee ragioni di politica interna, viste le forti tensioni che attraversano il Paese. L’intervista era infatti incentrata sulle posizioni anti-immigrazione del Rassemblement National. Le critiche di Darmanin erano volte proprio a screditare quello che lui definisce “un governo di estrema destra scelto dagli amici della signora Le Pen”.
La reazione di Roma
Tali dichiarazioni hanno provocato un incidente diplomatico, con Roma che ha assunto una postura molto ferma. La risposta è arrivata dal ministro degli Esteri (e vicepremier) Antonio Tajani. Il titolare della Farnesina ha annullato un bilaterale a Parigi con la sua omologa, Catherine Colonna, che si sarebbe dovuto tenere oggi nel tardo pomeriggio. “Non andrò a Parigi per il previsto incontro con Colonna – ha twittato Tajani – Le offese al governo ed all’Italia pronunciate dal ministro Darmanin sono inaccettabili. Non è questo lo spirito con il quale si dovrebbero affrontare sfide europee comuni”. Con la ministra francese è poi intercorsa una telefonata, nella quale ella ha auspicato di poter presto accogliere Tajani nella capitale francese, ribadendo l’importanza della cooperazione e del rispetto tra i due Paesi.
Il Ministero degli Esteri francese ha poi gettato acqua sul fuoco. “La relazione tra Francia e Italia si basa sul rispetto reciproco – si legge nel comunicato stampa diramato ieri dal Quay d’Orsay – tra i nostri due Paesi e tra i loro dirigenti. Questo è lo spirito del Trattato del Quirinale. È anche in uno spirito di solidarietà che il governo francese desidera lavorare con l’Italia per affrontare la sfida comune che rappresenta il rapido aumento dei flussi migratori, in particolare proveniente dal Mediterraneo centrale. Tale problema deve essere trattato da tutti gli Stati membri, tenendo presente che potremo avere successo ed essere efficaci solo attraverso la concertazione e un dialogo sereno. La dimensione esterna della migrazione, che implica tra l’altro uno stretto rafforzamento della cooperazione con i Paesi di origine o di transito dei migranti, è uno dei pilastri della strategia europea ed è oggetto di scambi tra i governi francese e italiano, in particolare tra i due ministri degli Affari esteri”.




