Doccia fredda per l’UE in Tunisia
Non era mai successo, dalla rivoluzione del 2011 in poi, che la Tunisia impedisse l’arrivo di una delegazione dell’Unione Europea. Il Ministero degli Esteri ha infatti negato l’accesso a una delegazione di europarlamentari. Questi i politici che avrebbero dovuto svolgere una visita di due giorni per approfondire la situazione locale, confrontandosi con diverse emanazioni della società civile: Michael Gahler (Ppe), Dietmar Koster (S&d), Salima Yenbou (Renew), Mounir Satouri (Verdi/Ale) ed Emmanuel Maurel (La Sinistra). Esponenti, come accade sempre, di diversi partiti che compongono il Parlamento Europeo.
I quali, tuttavia, sono tutti provenienti da Francia (3) e Germania (2). Non propriamente i partner più solidi di Tunisi in questo delicato tornante. È vero che l’UE sta sostenendo finanziariamente il Paese della sponda Sud del Mediterraneo. A luglio è stato infatti firmato un memorandum tra Tunisia e UE, che prevede anche un finanziamento immediato di 150 milioni di euro, con la possibilità di destinare ulteriori 900 milioni in assistenza macroeconomica. Ciò anche grazie al supporto italiano, con Roma che in tutte le sedi ha perorato la causa di Tunisi, viste le drammatiche ripercussioni che potrebbe avere il suo definitivo collasso. Del resto una parte significativa degli sbarchi in arrivo sulle nostre coste provengono ormai proprio dalla Tunisia.
Nonostante l’aiuto finanziario fornito, più volte l’Unione Europea ha compiuto ingerenze nella politica interna ed economica della Tunisia. Il pretesto, in questi casi, sono i diritti umani e la richiesta di riforme strutturali. Pressioni che il presidente Kais Saied non ha gradito e che potrebbero essere alla base della decisione d’impedire l’accesso alla delegazione UE. Il Parlamento Europeo, intanto, protesta per l’accaduto: “Chiediamo spiegazioni dettagliate. Questa condotta non ha precedenti dalla rivoluzione democratica del 2011 […] Continuiamo a essere pronti e insistiamo sul dialogo. Questo Parlamento ha sempre approvato l’agenda di cooperazione, compreso il rafforzamento della democrazia e il sostegno finanziario, come concordato nell’accordo Ue-Tunisia”.