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Home Esteri

L’emittente israeliana Kan: le Idf sapevano dell’attacco di Hamas del 7 ottobre

Un documento al riguardo "era stato diffuso internamente il 19 settembre e sarebbe stato portato all'attenzione di alcuni alti funzionari dell'Idf, ma apparentemente ignorato", ha rivelato l'emittente televisiva.


Redazione by Redazione
Giugno 19, 2024
in Esteri, Ultimissime
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Idf
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La notizia probabilmente dà una risposta al quesito che tutti si sono posti dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre: “L’Idf e i servizi segreti israeliani, noti per la loro efficienza, ignoravano davvero i piani di Hamas?”

A distanza di otto mesi, senza grossa sorpresa, viene rivelato un documento, pubblicato dall’emittente televisiva israeliana “Kan”, in cui è segnalato il piano di attacco dell’organizzazione terroristica palestinese, con dettagli da brividi.

Le Forze di difesa d’Israele (Idf), quindi, erano a conoscenza del piano del movimento islamista palestinese Hamas di rapire tra le 200 e le 250 persone circa tre settimane prima dell’attacco del 7 ottobre 2023.

Secondo quanto diffuso dalla Tv israeliana il documento “era stato diffuso internamente il 19 settembre e sarebbe stato portato all’attenzione di almeno alcuni alti funzionari dell’intelligence (delle Idf), ma apparentemente ignorato”. Il rapporto sarebbe stato compilato dalla Divisione Gaza delle Idf.

  • I rapporti ambivalenti Israele-Hamas
  • Il documento
  • Il rapporto dettagliato dell’attacco
  • L’Idf nega

I rapporti ambivalenti Israele-Hamas

La pubblicazione del documento shock avvalora la tesi riportata dal New York Times, ovvero: l’attacco del 7 ottobre avrebbe scoperchiato un vaso di Pandora che getta più di un’ombra sulla strategia israeliana. Per anni, infatti, Israele avrebbe favorito l’afflusso di finanziamenti internazionali verso Hamas. Le finalità? Dividere la Striscia di Gaza dalla Cisgiordania, fomentare lo scontro con Al Fatah e blandire il movimento islamista.

Il documento

Nel documento intitolato “Addestramento dettagliato” veniva anche segnalato che Hamas si stava addestrando per un’invasione su larga scala del territorio israeliano. Basato su informazioni dell’unità 8200 dell’intelligence militare, il documento stimava il numero di ostaggi a 200-250, ha riferito “Kan” citando fonti della sicurezza. Durante l’effettivo attacco del 7 ottobre, sono stati presi 251 ostaggi e sono state uccise circa 1.200 persone. Il documento descriveva una serie di esercitazioni delle unità militari speciali di Hamas, che avevano simulato raid contro città e postazioni militari israeliane, effettuato addestramenti su come tenere in ostaggio militari e civili una volta rientrati nella Striscia di Gaza, e deciso in quali circostanze sarebbero potuti essere uccisi.

Il rapporto dettagliato dell’attacco

“Alle 11:00, diverse unità (di Hamas) si sono riunite per pregare e pranzare prima di iniziare l’addestramento. A mezzogiorno vengono distribuiti equipaggiamento e armi ai combattenti, dopodiché si svolge un’esercitazione del quartier generale dell’unità. Alle 14:00 inizia l’esercitazione dei raid”, si legge nel documento. Stando a quanto riportato da “Kan”, nel rapporto veniva anche spiegato che le unità commando di Hamas si erano esercitate a infiltrarsi in finti avamposti delle Forze di difesa israeliane, simulando le basi situate nello Stato ebraico al confine con Gaza. Le esercitazioni sarebbero state condotte da quattro unità del gruppo islamista, a ciascuna delle quali sarebbe stato assegnato un avamposto diverso. Nel documento venivano specificati anche gli obiettivi dei comando all’interno delle basi, tra cui sale di controllo, sinagoghe e alloggi. Nel corso delle esercitazioni, i miliziani di Hamas avrebbero ricevuto i seguenti ordini: assicurarsi che gli ostaggi non avessero telefoni con sé; non informare le famiglie dei rapiti sulle condizioni dei loro famigliari; spostare gli ostaggi nel caso in cui fosse emerso che Israele aveva determinato la loro posizione; e minacciare di uccidere gli ostaggi per dissuaderli dal fuggire. Secondo il documento, lo scenario più estremo a cui la Divisione Gaza si era preparata prima del 7 ottobre era quello di decine di islamisti che violavano il confine, una previsione molto inferiore rispetto ai circa 3 mila miliziani di Hamas entrati in Israele durante l’attacco. Da parte loro, le Idf non hanno riconosciuto la validità del documento citato da “Kan”.

L’Idf nega

Dopo il 7 ottobre 2023, il governo e i vertici militari di Israele avevano negato di essere stati avvertiti su un imminente attacco programmato di Hamas. Tuttavia, il documento citato da “Kan” non è il solo ad affermare che le Idf avessero ricevuto un certo preavviso del massacro. Israele disponeva di molteplici informazioni sulle esercitazioni di Hamas e su altri preparativi di un attacco nelle settimane e persino nelle ore precedenti il 7 ottobre, tra cui un piano di attacco del 2022 del gruppo islamista. Una valutazione militare di due anni aveva stabilito che era troppo presto per affermare che il piano fosse stato approvato da Hamas. A seguito dell’attacco di otto mesi fa, anche i militari che avevano prestato servizio di sorveglianza lungo il confine con Gaza avevano affermato di aver sollevato preoccupazioni su attività sospette, ma che erano stati ignorati dalle autorità. Il 7 ottobre 2023, mentre una raffica di razzi simultanea veniva lanciata verso il sud e il centro di Israele, circa 3 mila miliziani facevano irruzione nella parte meridionale del Paese scontrandosi con militari e civili.

Il mese prossimo, le Forze di difesa israeliane dovrebbero iniziare a presentare le indagini sui propri “fallimenti nel periodo precedente al massacro del 7 ottobre condotto dal gruppo terroristico di Hamas”. Secondo quanto programmato dalle Idf, durante la prima settimana di luglio, al capo di Stato maggiore, Herzi Halevi, sarà presentata l’indagine sullo sviluppo della percezione della Striscia di Gaza da parte delle Idf, a partire dai disordini del 2018 (quando un’operazione segreta israeliana condotta nell’area di Khan Yunis, nel sud della Striscia, aveva ucciso sette militanti palestinesi e un militare israeliano, provocando uno scambio di fuoco durato due giorni). L’indagine include le valutazioni di intelligence delle Idf su Hamas dal 2018 fino allo scoppio della guerra, e la concezione dei militari israeliani delle proprie difese e dei piani operativi contro le minacce a Gaza. Le Idf prevedono anche di presentare al pubblico i risultati dell’indagine una volta completata e rivista da Halevi. Nel frattempo, le Idf intendono presentare anche le indagini sui combattimenti avvenuti tra il 7 e il 10 ottobre, quando le truppe hanno ripristinato il controllo delle comunità e delle basi militari invase da Hamas nel sud di Israele. Sono circa 40 i luoghi dei combattimenti, indagati da più di 20 comandanti. Ogni indagine sarà presentata al suo completamento, e non tutte contemporaneamente, poiché alcuni eventi del 7 ottobre si sono rivelati più complessi di altri da indagare. Le indagini mirano a trarre conclusioni operative per i militari e non indagheranno sulle decisioni della leadership politica israeliana. Infine, si prevede che qualsiasi sviluppo importante nella guerra rallenti il ritmo delle indagini.

Nel frattempo, domenica 16 giugno, l’Alta corte di giustizia israeliana ha emesso un’ordinanza provvisoria che dispone la sospensione delle indagini avviate lo scorso dicembre dal Controllore di Stato, Matanyahu Englman, sui “fallimenti” delle forze militari e dell’intelligence nell’attacco del 7 ottobre di Hamas. In precedenza, gruppi di controllo istituiti dal governo israeliano avevano presentato alla corte una petizione per congelare le indagini, sostenendo che non fossero di competenza del Controllore di Stato e che avrebbero danneggiato le capacità operative militari di Israele. Si era opposto alle indagini anche lo stesso capo di Stato maggiore delle Idf Halevi. Pochi giorni prima del 16 giugno, il giudice dell’Alta corte di giustizia, Gila Canfy-Steinitz, aveva respinto la richiesta di fermare gli accertamenti di Englman. Tuttavia, dopo aver ricevuto delle risposte riservate dalle agenzie di sicurezza, ha deciso oggi di ordinare al Controllore di Stato la sospensione delle indagini fino a quando non si terrà a luglio un’udienza sulla questione. “Ordino la sospensione delle procedure investigative su tutto ciò che riguarda le Idf e lo Shin Bet (l’agenzia di intelligence interna)”, ha annunciato Canfy-Steinitz.


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