In un momento in cui la Grecia consolida la propria capacità di deterrenza con l’arrivo dei caccia Rafale e la partecipazione al programma F-35, la Turchia accelera i piani di ammodernamento della propria aeronautica. Ankara è in procinto di acquistare 12 aerei da trasporto C-130J usati dal Regno Unito, un passo che mira a rafforzare la cooperazione in materia di difesa con Londra, sia sul fronte Eurofighter Typhoon sia nell’ambito dei programmi europei congiunti.
Attualmente la Turchia dispone di una flotta composta da circa 10 A400M (velivoli da trasporto militare pesante di fabbricazione europea), 40 CN-235 CASA di origine spagnola e una ventina di C-130 di vecchia generazione. La nuova versione C-130J-30, più moderna e performante, offre un carico utile maggiore, un raggio d’azione più lungo e prestazioni migliorate.
Con una fusoliera estesa, una velocità di crociera di 645 km/h e la capacità di trasportare fino a 20 tonnellate a 26.000 piedi di quota, il velivolo consentirà ad Ankara di estendere la propria capacità operativa dai Balcani al Caucaso, fino al Mediterraneo orientale, garantendo al contempo maggiore interoperabilità con la NATO. Una capacità di attacco fortemente avversata da Israele e dalla Grecia.
Gli Eurofighter, dossier chiave tra Berlino e Ankara
La questione più rilevante per la Turchia resta quella dell’acquisto di 40 caccia Eurofighter Typhoon, costruiti da un consorzio che riunisce Germania, Regno Unito, Italia e Spagna.
Berlino ha già annunciato di aver accettato una richiesta preliminare di negoziati con Ankara. Durante la recente visita del ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul nella capitale turca è stato confermato l’intento di rafforzare la cooperazione militare all’interno della NATO.
“Abbiamo deciso che la Turchia può aumentare il suo potere deterrente con l’aiuto degli aerei Eurofighter come alleato, perché questo è nel nostro interesse”, ha dichiarato Wadephul.
Un accordo di questo tipo avrebbe un forte valore strategico, ma anche industriale: segnerebbe il primo ingresso di aerei europei nella flotta turca, tradizionalmente dipendente da forniture statunitensi. Per il consorzio Eurofighter si tratterebbe di un successo economico e politico rilevante, in un settore dove l’Europa punta a ridurre il divario con Washington.
Le pressioni di Atene per fermare la vendita
La Grecia, tuttavia, ha espresso ferma opposizione all’ipotesi di una vendita degli Eurofighter Typhoon alla Turchia. Atene teme soprattutto il trasferimento dei missili aria-aria Meteor, considerati tra i più avanzati al mondo, che potrebbero alterare gli equilibri di potenza nel Mediterraneo.
Secondo fonti diplomatiche, il ministro degli Esteri greco Giorgos Gerapetritis avrebbe sollevato la questione nel corso di un incontro ad Atene (poi rinviato) con Johann Vandeful. Il disaccordo investe anche la possibile partecipazione turca allo strumento finanziario europeo SAFE, finché resteranno in vigore il casus belli e le dispute territoriali nel Mediterraneo orientale.
Berlino, dal canto suo, ha respinto qualsiasi ipotesi di blocco, sottolineando che la cooperazione con la Turchia rientra in una visione più ampia di rafforzamento della difesa europea in un momento di particolare tensione internazionale.
Uno snodo strategico per la difesa europea
L’eventuale intesa sugli Eurofighter rappresenterebbe un punto di svolta per la difesa europea. Da un lato consoliderebbe i rapporti tra Turchia e Regno Unito, dall’altro riaffermerebbe il ruolo della Germania come attore centrale nella sicurezza del continente.
Per Ankara, che negli ultimi anni ha visto deteriorarsi i rapporti con Washington per l’esclusione dal programma F-35, l’acquisto di velivoli europei aprirebbe una nuova fase di integrazione industriale e diplomatica.
Un segnale chiaro: la Turchia punta a un equilibrio tra autonomia nazionale e cooperazione strategica occidentale, mentre l’Europa cerca di rafforzare la propria architettura difensiva al di là della NATO.