Il primato degli USA che non ti aspetti
Quando pensiamo agli Stati Uniti, è facile immaginare metropoli brulicanti di luci, pick-up cromati, bandiere a stelle e strisce che sventolano al vento… e ovviamente la celebre “M” gialla che annuncia la presenza di un McDonald’s dietro l’angolo.
Eppure, c’è un dato che capovolge questa visione e sorprende anche molti americani: negli Stati Uniti ci sono più biblioteche pubbliche che ristoranti McDonald’s.
Secondo i dati dell’American Library Association, sul territorio nazionale esistono oltre 17.000 biblioteche pubbliche, mentre i punti vendita della catena di fast food più famosa al mondo si fermano a circa 13.500.
In altre parole, negli USA è statisticamente più probabile imbattersi in un edificio colmo di scaffali e libri piuttosto che in uno dove ordinare un Big Mac con patatine.
Una tradizione che nasce da lontano
Per capire questo primato, bisogna fare un salto indietro nel tempo. L’idea di biblioteca pubblica gratuita e accessibile a tutti si radica negli USA già nell’Ottocento, quando filantropi come Andrew Carnegie finanziarono la costruzione di centinaia di biblioteche in tutto il Paese.
Carnegie, magnate dell’acciaio e immigrato scozzese, era convinto che l’accesso ai libri fosse un mezzo fondamentale per migliorare la propria condizione sociale. Tra il 1883 e il 1929 finanziò più di 1.600 biblioteche solo negli Stati Uniti, molte delle quali sono tuttora in funzione.
Non solo libri: centri comunitari per tutti
Le biblioteche americane di oggi non sono soltanto luoghi di lettura silenziosa. Sono centri comunitari a tutti gli effetti, specialmente nelle aree rurali o nei quartieri meno serviti. Offrono corsi gratuiti di lingue, laboratori di coding per bambini, assistenza nella compilazione di documenti ufficiali, accesso a internet per chi non ha connessione domestica, e persino corsi di preparazione al colloquio di lavoro.
In alcune zone, la biblioteca è uno dei pochi luoghi pubblici in cui si può restare per ore senza dover spendere un centesimo, un dettaglio importante in un Paese dove molti spazi sociali sono legati al consumo.
Biblioteche vs fast food: una sfida simbolica negli USA
Il paragone con McDonald’s, sebbene curioso, non è casuale. Entrambi gli spazi sono diffusi in ogni angolo del Paese ma incarnano due modelli opposti: da un lato la consumazione veloce e immediata di un pasto standardizzato, dall’altro la fruizione lenta e gratuita della conoscenza.
Uno è simbolo della cultura “fast”, l’altro di un’idea “slow” del tempo e dell’apprendimento. Un dato interessante: mentre il numero di McDonald’s negli ultimi anni è rimasto pressoché stabile, molte biblioteche si sono reinventate per non perdere il loro pubblico. Hanno introdotto spazi caffetteria, postazioni per videoconferenze, e perfino stampanti 3D. Alcune offrono strumenti musicali, giochi da tavolo o semi da piantare in giardino, trasformandosi in veri e propri hub creativi.
In un’epoca dominata dagli schermi e dall’intrattenimento “on demand”, scoprire che la rete di biblioteche americane supera ancora quella della catena di fast food più famosa al mondo è un segnale incoraggiante.
Significa che, nonostante i cambiamenti tecnologici e culturali, c’è ancora una forte domanda di spazi pubblici dedicati alla cultura, all’incontro e alla condivisione.