Sparatoria a Philadelphia
Una nuova sparatoria di massa ha colpito gli Stati Uniti, questa volta nel cuore di Philadelphia, presso il Fairmount Park. Il bilancio è drammatico: due morti e nove feriti, tra cui tre adolescenti di 15, 16 e 17 anni. L’episodio è avvenuto lunedì sera durante i tradizionali barbecue del Memorial Day che si svolgevano nel parco.
Secondo le prime dichiarazioni della polizia di Philadelphia, un individuo ha aperto il fuoco sulla folla, uccidendo due persone, un uomo e una donna. Ferite altre nove persone. Le cause dell’accaduto sono ancora da chiarire e gli investigatori stanno lavorando per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti.
Il Memorial Day: celebrazione nazionale che si trasforma in tragedia
Il Memorial Day, che cade l’ultimo lunedì di maggio, è una festa nazionale americana dedicata al ricordo dei militari caduti in servizio. Tradizionalmente segna l’inizio dell’estate e viene celebrato con barbecue, picnic e riunioni familiari nei parchi pubblici di tutto il Paese. Tuttavia, questa ricorrenza si è trasformata negli anni in un’occasione di particolare tensione e violenza nelle aree urbane.
Ogni anno, durante il weekend del Memorial Day, si registrano morti e feriti in diverse città americane. Le celebrazioni, che attirano moltissime persone, diventano spesso l’occasione per regolamenti di conti tra bande rivali. La grande affluenza di pubblico e l’atmosfera festiva creano un contesto che le organizzazioni criminali sfruttano per saldare vecchi rancori. I festeggiamenti diventano l’occasione perfetta per l’azione (quasi) indisturbata delle varie bande.
Per questo motivo, in alcune grandi città come New York e Miami, le autorità hanno imparato a predisporre un massiccio dispiegamento di forze di polizia durante questo weekend, nel tentativo di prevenire episodi di violenza e mantenere l’ordine pubblico.
Miami è storicamente una delle città che registra picchi di violenza durante i weekend del Memorial Day, insieme ad altre grandi metropoli americane. Le autorità di Miami Beach e Miami-Dade hanno spesso implementato misure di sicurezza straordinarie durante questo periodo, inclusi coprifuoco, controlli rafforzati e un maggiore dispiegamento di forze dell’ordine.
L’escalation di violenza
L’episodio di Philadelphia si inserisce in un quadro preoccupante di violenza armata che sta interessando tutto il territorio americano. Appena due giorni prima, nella serata di sabato, sette persone sono rimaste ferite in una sparatoria che ha coinvolto alcuni minorenni in un parco di Jackson, nel Tennessee.
Un’allarmante ricerca condotta a marzo dall’Università del Colorado ha rivelato dati scioccanti sulla diffusione della violenza armata negli Stati Uniti: uno statunitense su 15 ha assistito a una sparatoria di massa nel corso della propria vita.
Secondo i dati raccolti, circa il 7% degli adulti americani ha dichiarato di essere stato fisicamente presente sul luogo di una sparatoria di massa, mentre oltre il 2% ha riportato ferite durante questi eventi. Le lesioni includono non solo ferite da arma da fuoco ma anche danni provocati da schegge, calpestamenti durante la fuga o traumi subiti nel tentativo di mettersi al riparo.
“Lo studio conferma che le sparatorie di massa non sono episodi rari o isolati ma una realtà che coinvolge direttamente una parte significativa della popolazione americana, lasciando segni profondi sia sul piano fisico che su quello psicologico”, ha dichiarato David Pyrooz, professore di sociologia e criminologo presso l’Istituto di Scienze Comportamentali dell’Università del Colorado. “I dati sottolineano anche l’urgente necessità di politiche di prevenzione e di sostegno alle persone colpite”.
I numeri forniti dal Gun Violence Archive sono allarmanti: dal 2014 negli Stati Uniti sono state registrate quasi 5.000 sparatorie di massa, con una media di oltre 500 incidenti l’anno a partire dal 2020. Questi dati testimoniano come la violenza armata sia diventata un’emergenza nazionale che richiede interventi urgenti e coordinati a tutti i livelli.