Coprifuoco per tutelare i residenti
Per far fronte all’emergenza causata dalla massiccia presenza di richiedenti asilo, la città di New York ha deciso di imporre il coprifuoco a 1.900 migranti che soggiornano in quattro centri d’accoglienza. Le strutture in questione si trovano nel Queens, a Manhattan ed a Brooklyn.
Gli “inquilini” dei centri, dunque, non potranno lasciare i rispettivi alloggi tra le ore 23:00 e le 6 del mattino. La decisione da parte del governo cittadino, guidato dal sindaco Eric Adams, arriva dopo le diverse segnalazioni da parte dei residenti del posto, lamentatisi degli schiamazzi notturni dei migranti.
Questi ultimi, inoltre, nel corso di questi mesi, hanno più volte bussato direttamente a casa delle persone, in qualsiasi momento della giornata, elemosinando qualche dollaro, del cibo o dei vestiti puliti.
Ora, chi infrangerà la nuova regola per almeno 3 volte in un periodo di 30 giorni, rischierà di essere espulso. Naturalmente, il coprifuoco ammetterà alcune eccezioni, ma solo per motivi lavorativi, scolastici o in caso di appuntamenti medici o legali. I richiedenti asilo dovranno comunque chiedere anticipatamente dei permessi alle autorità locali, per muoversi durante gli orari citati in precedenza.
Ariola: “E’ solo il primo passo”
Al momento non è ancora chiaro se il coprifuoco verrà esteso a coloro che alloggiano in altri centri di accoglienza o presso le tendopoli della Grande Mela, anche se il governo cittadino ha spiegato che si tratta comunque di una possibilità per il futuro.
“La città continua a guidare la nazione nella gestione di questa crisi umanitaria nazionale”, ha comunicato l’amministrazione comunale newyorkese, “ciò include la priorità alla salute ed alla sicurezza sia dei migranti affidati alle nostre cure, sia dei newyorkesi di lunga data, che vivono nelle comunità in cui si trovano i centri d’emergenza che gestiamo”.
“Questo provvedimento è solo un primo passo con il quale proveremo ad arginare la crisi che si è abbattuta sulla nostra città”, ha dichiarato la consigliera Joann Ariola, una delle principali sostenitrici del nuovo coprifuoco, “sono soddisfatta che questa misura sia stata finalmente applicata, anche se avremmo dovuto imporre tutto ciò fin dall’inizio”.
“Ribadisco, questo è solo l’inizio”, ha inoltre aggiunto la consigliera newyorkese, “dobbiamo ancora porre fine al nostro status di città con diritto all’accoglienza, fermare il flusso di richiedenti asilo nei cinque distretti e, infine, sbarazzarci delle tendopoli e degli HERRC che stanno prosciugando le casse della nostra città e divorando miliardi di dollari dei nostri contribuenti”.
2,4 miliardi dallo stato di New York
Nel frattempo, anche lo Stato di New York scende in campo per cercare quantomeno di arginare gli effetti della crisi migranti. La governatrice Kathy Hochul, infatti, ha annunciato: “Dopo aver stanziato 1,9 miliardi di dollari per questa vicenda nell’ultimo anno fiscale, il governo aumenterà il suo sostegno agli sforzi della città, con un finanziamento di 2,4 miliardi di dollari. Ciò includerà, inoltre, l’uso di 500 milioni di dollari prelevati dalle riserve statali, destinati a essere utilizzati durante le singole emergenze”.
Il confine messicano: un caso nazionale
La crisi legata alla massiccia presenza dei richiedenti asilo è un problema che ha messo in ginocchio non solo la Grande Mela, ma l’intero Paese. Solo a fine dicembre, una carovana composta da circa settemila anime, partita dal Messico, persone provenienti da tutto il centro ed il sud America, ha raggiunto a piedi i confini degli USA. Si tratta della carovana più grande mai formatasi dal giugno dell’anno scorso, quando un gruppo di dimensioni simili partì proprio in concomitanza del Summit delle Americhe di Los Angeles.
Il confine con il Messico è sicuramente uno dei più roventi per gli USA: nel corso dell’ultimo anno, infatti, come riportando alla International Organization for Migration, da qui sono passati oltre due milioni di richiedenti asilo.
Numeri assurdi, che potrebbero avere una certa influenza anche sulle imminenti elezioni statunitensi. Questo clima di instabilità e, in alcuni casi, di timore, infatti, potrà essere sfruttato, come già accaduto d’altronde, da Donald Trump e, più in generale, dal Partito Repubblicano, pronti a fare dei migranti un nuovo nemico da combattere. Solo un mese fa, d’altronde, l’ex presidente, neo vincitore dei caucus in Iowa, aveva dichiarato: “I richiedenti asilo che attraversano il confine stanno avvelenando il sangue del nostro Paese”.





