Clamoroso licenziamento in casa McDonald’s. No, non stiamo parlando di alcun super dirigente della multinazionale né di qualche impiegato. Il colosso statunitense, infatti, ha deciso di “mandare a casa” il proprio sistema di intelligenza artificiale, che gestiva gli ordini in circa 13mila punti vendita drive-through.
L’azienda utilizzava il software Automated Order Taking dal 2021, dopo aver siglato una partnership con la società IBM. Negli ultimi mesi, però, le numerosissime segnalazioni e lamentale da parte dei clienti hanno convinto McDonald’s a rivedere la propria politica interna.
McDonald’s: “Vogliamo esplorare nuove soluzioni”
Gelati con la granella di bacon al posto dei cereali, centinaia di nuggets di pollo consegnate ai consumatori senza che questi ultimi le avessero ordinate, decine e decine di richieste rimaste inascoltate: a causa di tutte queste problematiche verificatesi più volte negli ultimi mesi, il colosso dei fastfood ha deciso di passare all’azione.
“Dopo un attento esame, McDonald’s ha deciso di porre fine alla nostra attuale partnership con IBM sull’AOT”, ha dichiarato in una nota Mason Smoot, Chief Restaurant Officer, “IBM rimane un partner fidato e continueremo a utilizzare molti dei suoi prodotti nel nostro sistema. Sebbene i successi ottenuti finora siano stati notevoli, riteniamo che vi sia l’opportunità di esplorare le soluzioni di ordinazione vocale in modo più ampio”.
L’Automated Order Taking, dunque, sarà disattivato il prossimo 26 luglio. Due fonti che ben conoscevano il sistema, hanno riferito alla CNBC che, tra i suoi problemi, c’era quello di non saper interpretare accenti e dialetti diversi. Ciò influiva sull’accuratezza degli ordini.
“Mentre andiamo avanti, il nostro lavoro con IBM ci ha dato la certezza che una soluzione di ordinazione vocale per il drive-through farà parte del futuro dei nostri ristoranti”, hanno comunicato i vertici di McDonald’. “Vediamo un’enorme opportunità nell’avanzamento della tecnologia dei nostri locali. Continueremo a valutare soluzioni a lungo termine che ci aiuteranno a prendere una decisione su una futura soluzione di ordinazione vocale, entro la fine dell’anno”.
A sua volta, IBM ha spiegato che continuerà a lavorare ad altri progetti con il re dei fastfood.
Quando l’AI è un valore aggiunto
Mentre McDonald’s comincia a guardarsi intorno, alla ricerca di nuove tecnologie in grado di soddisfare le esigenze dei suoi clienti, c’è chi sembra aver già trovato la strada da seguire. Da qualche anno, infatti, alcune catene del settore si sono affidate a software di AI più che efficaci.
Wendy’s, ad esempio, grazie al sistema Google Cloud sui propri sportelli, riesce a consegnare con successo circa l’86% degli ordini ricevuti. Carl’s Jr. e Taco John’s riescono a fare ancora meglio, con una efficienza del 90% grazie al software “Presto”.
“L’intelligenza artificiale farà chiaramente parte dell’automazione e dell’efficienza dei ristoranti”, ha dichiarato a Wired David Henkes, un esperto del settore. “Tuttavia-ha aggiunto, siamo ancora agli albori. L’esperienza e l’impegno di McDonald’s nel campo dell’AI mostrano i potenziali vantaggi, ma anche i limiti della tecnologia”.





