Ancora una storia “tristemente italiana”. Biechi interessi di poltrone a scapito della popolazione.
Mentre moltissimi italiani e connazionali residenti all’estero continuano a chiedersi quando l’annunciata compagnia di bandiera (la cosiddetta newco Alitalia) decollerà, non possiamo che registrare ancora una volta un banale litigio tra partiti finalizzato ad assicurarsi o spartirsi le poltrone.
E’ infatti scontro per la nomina del CDA della “nuova” Alitalia mentre gli italiani rischiano di rimetterci altre centinaia di milioni in più per far continuare a volare la ‘vecchia’ compagnia. E’ una possibilità tutt’altro che remota vista che l’attuale società, retta da una amministrazione straordinaria, non è più in grado di continuare ad assicurare i servizi svolti ancora a lungo.
Con un mercato cosi depresso a causa della pandemia il rischio è evidente: ricorrere ad un ulteriore finanziamento pubblico per tenere in piedi l’attuale compagnia.
Il governo continua a perdere tempo ed il tanto annunciato decreto che avrebbe dovuto essere firmato già settimane fa – come annunciato dai ministri competenti – non viene alla luce.
Un ritardo quasi inspiegabile visto che i “presunti” futuri vertici – il presidente Francesco Caio e l’ad Fabio Lazzerini – furono designati dal governo il 29 giugno scorso ed attendono solo il decreto per costruire il piano industriale.
E’ francamente inaccettabile che per una guerra sui nomi si sia rallentata la tabella di marcia. Ancor più perché l’attuale compagnia è in amministrazione straordinaria e sono ormai moltissimi coloro che incominciano a criticare l’operato del Commissario Giuseppe Leogrande obbligato ovviamente – per far stare in piedi la compagnia – al taglio delle rotte e a contrarre i collegamenti verso alcune città italiane ed estere.
Il risultato è che slittano ancora – forse a fine ottobre o a novembre – i collegamenti intercontinentali con Buenos Aires e Tokio, mentre Miami sarà forse collegata da Roma solo a marzo 2021. Una politica che non può che indebolire ancora la compagnia che ormai subisce la concorrenza persino delle low cost.
Dunque da giorni si opera per la sopravvivenza. Nelle prossime ore dovrebbe partire la richiesta di nuova cassa integrazione fino a marzo 2021. Una situazione paradossale, al punto che la stessa ministra dei Trasporti Paola De Micheli si dice “irritata” per il mancato avvio della newco, bloccata da veti politici incrociati.
Le organizzazioni sindacali stigmatizzano il comportamento della gestione commissariale di Alitalia, che si sottrae al confronto e sottolineano di assistere a “continue scelte strategiche sbagliate a nostro avviso dannose per l’azienda e favorevoli alla concorrenza”. Sono questi i contenuti principali della lettera inviata da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo al commissario Leogrande.