La settimana scorsa abbiamo pubblicato la notizia della vendita all’asta del “Flatiron” , l’iconico grattacielo di New York a forma di ferro da stiro, battuto all’asta per 190 milioni di dollari. Ad accaparrarsi lo storico edificio, vuoto dal 2019, il finanziere Jacob Garlick , fondatore del fondo d’investimento Abraham Trust.
Tutto sembrava essere andato liscio, almeno fino a qualche ora fa, quando è rimbalzata nelle redazioni la notizia incredibile del mancato pagamento da parte di Jacob Garlick.
Il mancato deposito
Come è noto, la vendita all’asta obbliga l’acquirente a versare una percentuale del valore del bene acquistato. Al momento questo non è avvenuto per il Flatiron, non sono stati versati i 19 milioni di deposito, ovvero il 10% del costo totale dell’immobile. Una mancanza che compromette il futuro dell’iconico palazzo della Grande Mela.
Se Garlick dovesse rinunciare, la prassi prevede che il diritto di acquisizione passi al secondo arrivato, Jeff Gural, detentore della quota di maggioranza del Flatiron. Gural è un’istituzione nel campo dell’immobiliare newyorkese. Il problema però è che Mr. Gural sembra non essere assolutamente interessato a comprare l’edificio, almeno non per quella cifra. Difatti alcuni giornali americani hanno pubblicato alcune sue dichiarazioni che confermano la sua NON volontà di investire 190 milioni in un palazzo che, seppur storico, non riflette tale valore.
Ma facciamo un passo indietro e ricostruiamo l’intera vicenda
Quattro societa’ immobiliari – GFP Real Estate, Newmark, ABS Real Estate Partners, e il gruppo italiano Sorgente – che complessivamente possiedono il 75% del grattacielo di acciaio avevano deciso di ‘divorziare’ dal quinto partner, Nathan Silverstein. Anni di discussioni senza soluzione di continuità. Nel 2019 la casa editrice britannica Macmillan ,che occupava completamente il building con un contratto di affitto milionario, decide di lasciare il palazzo e trasferirsi altrove. Un danno incalcolabile per la proprietà che due anni intenta una causa contro il socio Silverstein. L’accusa è che le sue indecisioni sul futuro dell’immobile avevano lasciato l’edifico vuoto. Quest’ultimo a sua volta aveva denunciato Newmark per aver tentato di affittare il “ferro da stiro” a Knotel, una societa’ per uffici flessibili, sotto il prezzo di mercato. Insomma una guerra tra soci che alla fine si è conclusa con il fallimento e la vendita all’asta dello storico palazzo.
Ora, grazie alla vendita all’asta del 22 marzo scorso, l’intricato nodo sembrava essere districato e il nuovo acquirente dichiarava: “È stato il mio sogno da quando avevo 14 anni. Sarà la missione della nostra vita preservarne l’integrità per sempre”, ha dichiarato sorridente Jacob Garlick (https://abrahamtrust.com ) subito dopo essersi “accaparrato” l’iconico building rilanciando, offerta dopo offerta, a suon di 500mila dollari alla volta, usando la paletta numero 2.
L’iconico palazzo, la storia
Noto per essere il piu’ ‘magro’ dei grattacieli newyorchesi prima che lo skyline di Manhattan venisse trasformato dalle torri altissime e supersottili che fanno ombra a Central Park, il Flatiron deve la sua caratteristica forma a triangolo alla posizione all’incrocio tra la 5^Avenue e la 23esima strada, proprio dove Broadway, una delle poche arterie diagonali dell’isola, passa dall’Ovest all’Est di Manhattan. Disegnato dagli architetti Daniel Burnham e Frederick Dinkelberg e completato nel 1902 e’ stato per diversi anni, con i suoi 21 piani distribuiti su 87 metri, il grattacielo piu’ alto di New York.
Inizialmente era la sede della Fuller Company, l’impresa di costruzione che invento’ il moderno grattacielo, ma da decenni – dall’ingresso cioe’ nel 1969 di St. Martin’s Press e poi di Macmillan – era diventato uno degli avamposti dell’industria del libro, un luogo dove venivano festeggiati gli scrittori piu’ influenti del tempo e dove migliaia di autori firmarono il contratto per il loro esordio. La location era apprezzata per la vicinanza a Gramercy Park nonostante problemi intrinseci tra cui i vecchi ascensori e l’unica scala interna di sicurezza, considerata un rischio in caso di incendio.
Ma, oltre alla storia reale, c’e’ quella della tv. Il nome del Flatiron entra nelle case di milioni di persone legandosi al mondo dei giornali, riviste, libri diventando luogo ideale per la sede del giornale dove lavora Spiderman, il Daily Bugle . Ma, anche gli sceneggiatori hanno corteggiato il famoso momunento: se l’Empire è associato all’abbraccio mortale di King Kong, il Flatiron è territorio di Godzilla.





