In Italia le preoccupazioni per la pandemia riescono quasi a svilire la magia del Natale. Da quando il Governo ha annunciato la riunione della cabina di regia, infatti, l’attesa per questo evento, fissato il 23 dicembre e dal quale scaturiranno ulteriori restrizioni in vista del Capodanno, è quasi maggiore di quella del 25. I contagi crescono, più di qualche Regione sta passando in zona gialla, i medici dai reparti lanciano allarmi sull’aumento delle ospedalizzazioni: l’Esecutivo ha così deciso di correre ai ripari per prevenire assembramenti durante il periodo festivo. Negli ultimi giorni si sta molto speculando sulle misure che verranno adottate. Ma da Palazzo Chigi filtra giusto qualche indiscrezione. Lunedì scorso al ministero della Salute si è riunito un tavolo tecnico per analizzare la situazione della variante Omicron: il contenuto, che è “top secret”, sarà la bussola usata giovedì per stabilire l’entità della nuova stretta.
Le misure sul tavolo
Sempre lunedì, incontrando il neo-cancelliere tedesco Olaf Scholz, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha detto alla stampa che «in cabina di regia passeranno in rassegna eventuali provvedimenti in vista delle vacanze di Natale», tuttavia «non c’è ancora nulla di deciso». Nonostante il riserbo del primo ministro, qualche ipotesi è già possibile formularla. Dovrebbe essere approvato l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto, come è già disposto in Regione Campania e da domani lo sarà anche nel Lazio. In agenda anche l’estensione dell’obbligo vaccinale per altre categorie di lavoratori. Già oggi in Italia sono obbligati a vaccinarsi pena la sospensione dal lavoro gli operatori sanitari, gli insegnanti e i militari; la norma potrebbe abbracciare anche lavoratori a contatto con il pubblico come i dipendenti di supermercati e negozi, nonché quelli della pubblica amministrazione. C’è poi il nodo tampone: ha suscitato un dibattito acceso la possibilità che il Governo adotti l’obbligo di presentare un test negativo anche per i vaccinati per poter entrare in alcuni luoghi molto affollati. Si è parlato di bar, ristoranti, cinema, teatri, discoteche. In realtà la regola potrebbe essere limitata soltanto alle sale da ballo, ovvero laddove è più difficile mantenere la distanza interpersonale.
Incognita Omicron
Il ministero della Salute potrebbe poi richiedere un potenziamento del lavoro degli oltre 70 appositi laboratori nelle varie Regioni, che riversano i dati per la sorveglianza genomica delle varianti presenti nel Paese. I fari sono puntati in queste ore sulla Omicron. Il maggior timore è che possa sfuggire allo scudo anticorpale dei vaccini e della guarigione dal Covid. Eppure qualche riscontro sembra procedere in direzione incoraggiante. Come ha spiegato al “Corriere della Sera” il prof. Guido Silvestri, immunologo che dirige il laboratorio di Immunologia alla Emory University di Atlanta, gli studi raccolti fin qui dimostrano che, sì, Omicron si trasmette più rapidamente, ma che «questo virus è molto bravo a insinuarsi nelle cellule dei bronchi, molto meno a scendere nei polmoni». Infatti, prosegue, «i contagiati non asintomatici sembrano subire un’aggressione quasi sempre limitata alle vie respiratorie superiori: dunque bronchite o tracheite, ma non la ben più pericolosa polmonite. I dati sono pochi, ma intanto quelli provenienti dal Sudafrica indicano che la mortalità da Omicron è dello 0,24%, «almeno dieci volte meno rispetto al 2,5-4% delle precedenti ondate del coronavirus». Se simili dati fossero confermati, la nuova variante sudafricana potrebbe rivelarsi persino provvidenziale, giacché garantirebbe un’immunità diffusa senza però pesare sui sistemi sanitari.
Le regole per venire in Italia
Ma è presto per fare valutazioni definitive su Omicron in un senso o nell’altro. Nel dubbio, diversi Stati scelgono la strada prudenziale, anche per quanto riguarda i viaggi. La nuova ordinanza del ministero della Salute, firmata il 14 dicembre scorso, prevede che anche chi arriva dall’Unione europea debba presentare un tampone molecolare negativo effettuato 48 ore prima della partenza o antigenico rapido effettuato 24 ore prima. La regola riguarda sia i vaccinati che i non vaccinati. Per gli arrivi dagli Stati Uniti occorre prima compilare il formulare digitale di localizzazione (Passenger Locator Form), da presentare in forma cartacea o dallo schermo del proprio dispositivo mobile a chiunque effettui i controlli alla frontiera. Obbligatorio, inoltre, presentare la “certificazione verde” Covid-19, rilasciata al completamento del ciclo vaccinale o certificazione equipollente, emessa da autorità sanitarie competenti a seguito di una vaccinazione con uno dei sieri validati dall’Ema (Agenzia europea del farmaco). Anche per i viaggiatori dagli Stati Uniti vale l’obbligo, infine, di mostrare l’esito negativo di un tampone effettuato nelle 48 ore precedenti (in caso di molecolare) o nelle 24 ore precedenti (in caso di rapido antigenico).





