Aveva suscitato grande scalpore e preoccupazione il cosiddetto “travel advisory” diffuso il 20 aprile dall’Ambasciata USA nel quale si raccomandava ai cittadini americani di non viaggiare in Italia portando il “livello di rischio a 4″ ovvero ad uno dei livelli massimi di allerta. La motivazione, si leggeva: “rischio potenziali di attentati terroristici sul suolo italiano” e … “rischio Covid”.
L’invito ha finito per preoccupare più gli italiani che gli stessi americani. Tanto che immediatamente sono scattate le reazioni politiche. Fratelli d’Italia ha già depositato un’interrogazione per sapere quale sia il reale rischio di attentati terroristici in Italia. I terroristi potrebbero attaccare con poco o nessun preavviso, avvisa l’Ambasciata, colpendo le località turistiche, gli hub dei trasporti, i mercati e i centri commerciali, le sedi dei governi locali, hotel, club, ristoranti, luoghi di preghiera, parchi, eventi culturali e sportivi, istituzioni educative, aeroporti e altre aree pubbliche”.
A seguito delle pressioni politiche sono arrivate delle parziali smentite da parte Ambasciata. In realtà, precisano in una dichiarazione pubblicata sul sito dell’Ambasciata, “l’Italia è a livello 2 per il terrorismo, insieme a gran parte dei Paesi dell’Europa occidentale, e non da oggi, ma dal lontano gennaio 2018 ovvero da quando il Dipartimento di Stato ha implementato il nuovo sistema di allerta viaggi.
Il livello 4 che aveva nei giorni scorsi suscitato tanta preoccupazione era invece riferibile al rischio contagio Covid. Il Dipartimento di Stato però – prosegue la nota – pone a rischio di Livello 4 circa l’80% dei Paesi in tutto il mondo. Questo aggiornamento, precisa ancora l’Ambasciata, “riflette al meglio l’attuale e imprevedibile minaccia, in continua evoluzione, rappresentata dal Covid-19”.
Resta il fatto che sia gli Stati Uniti che l’Italia attendono con ansia la possibilità di poter nuovamente viaggiare. Purtroppo le difficoltà che il nostro paese dimostra ancora di avere nel combattere efficacemente la pandemia rischiano di spostare ancora in avanti il l’agognata apertura delle frontiere.