Oggi 18 maggio è una data che ricorderemo. E’ la data in cui l’Italia aprono la maggior parte degli esercizi commerciali. Aprono ristoranti, bar, pizzerie, gelaterie, pub, negozi, parrucchieri, estetisti. Le Chiese tornano ad accogliere i fedeli, i musei aprono ai visitatori. Ma ci sono già altre date importanti in calendario: dal 25 maggio è prevista la riapertura anche di palestre, piscine, centri sportivi.
Ma se l’Italia riapre agli italiani, qualcosa succede anche sul fronte degli stranieri. All’orizzonte infatti – a partire dal 3 giugno – libera circolazione alle frontiere italiane per tutti i cittadini Ue senza distinzioni, senza quarantena e senza autocertificazione anche se le limitazioni saranno tante.
Dal 3 giugno dunque non solo sarà possibile spostarsi tra le diverse regioni italiane ma si potrà anche entrare da altri paesi europei. Oggi incontro “virtuale” tra i ministri degli Esteri europei con l’obiettivo di definire una road map per arrivare ad una apertura totale dei confini tra i Paesi europei come auspicato dalla Commissione europea.
L’obiettivo è ovviamente salvare la prossima stagione estiva, cruciale per arginare le perdite dell’industria del turismo che da sola vale il 10% del Pil europeo. E la Commissione europea ha presentato un pacchetto di linee guida per aiutare gli Stati membri a uscire gradualmente dal lockdown nel rispetto della salute e del principio di “non discriminazione”. Significa che se uno Stato membro decide di permettere di viaggiare all’interno del proprio territorio o in specifiche regioni del proprio territorio, deve farlo in modo non discriminatorio consentendo l’accesso a chi proviene da tutte le aree, regioni o Paesi che nella Ue hanno una situazione epidemiologica simile.
Il fermento e le spinte sono tante. Ogni Paese europeo sta predisponendo i propri piani di apertura stando attenti ad equilibrare il rischio contagio con quello della necessità di ripresa economica.
La Slovenia – primo Paese ad avere dichiarato la fine dell’emergenza – inizialmente ha annunciato confini aperti ai cittadini Ue per poi precisare che servono prima negoziati bilaterali con i vicini. Quindi proseguirà i controlli alle frontiere: può entrare chi ha un test negativo non più vecchio di 4 giorni.
L’Austria che sta già riaprendo i propri confini ad alcuni paesi, Germania, Liechtenstein e Svizzera e anche con Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria, ma non con l’Italia. Prevalgono anche in questi casi interessi economici ben precisi. L’apertura dei confini consentirà la libera circolazione delle persone e delle merci e migliorerà la situazione per i pendolari e per chi vive nelle zone frontaliere. Ma è stata ribadita la chiusura delle frontiere con l’Italia se non per motivi di lavoro e traffico merci: anche qui potrà entrare solo chi ha un tampone negativo non più vecchio di 4 giorni o chi accetta di sottoporsi a un isolamento di 14 giorni.
In Germania le frontiere sono già aperte a chi è residente o a chi ha comprovata urgenza: è però richiesta la quarantena per 14 giorni. Ma si sta lavorando al ripristino totale della libera circolazione delle persone dai Paesi Schengen.
Con la Francia le frontiere sono aperte a chi ha familiari o motivi di lavoro essenziali.
Un po’ in ritardo la Spagna che ha prolungato lo stato di emergenza per un altro mese ma consente l’arrivo dall’Italia a patto che ci si sottoponga alla quarantena.
Per la Grecia si annunciano l’apertura dei collegamenti aerei con l’Italia a partire dal 1 giugno.
Alcuni Paesi impongono la quarantena a chi arriva dall’Italia, dal Belgio alla Danimarca all’Olanda (dove l’isolamento è consigliato). Con la Cina le frontiere sono ancora chiuse, salvo eccezioni.
Ovviamente la questione sicurezza resta prioritaria, il timore è una seconda ondata di contagi. Vedremo cosa decidono oggi i Ministri degli Esteri europei ma è ovvio che l’allentamento del lockdown ci potrà essere solo nel rispetto della valutazione del rischio epidemiologico e della capacità di contenimento. Non secondario anche la capacità di tracciamento attraverso le app dove anche l’Italia registra un po’ di ritardo.
L’obiettivo diplomatico è quello di arrivare a una riapertura totale delle frontiere da metà giugno.