USA, svolta ai controlli in aeroporto: non sarà più obbligatorio togliersi le scarpe

Avviata la sperimentazione in alcuni scali, tra cui LaGuardia. La TSA: “Stiamo valutando soluzioni per migliorare l’esperienza dei passeggeri”.

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Addio all’obbligo di togliersi le scarpe negli aeroporti Usa

Uno dei rituali più fastidiosi dei viaggi aerei potrebbe ben presto diventare un ricordo negli Stati Uniti. Secondo quanto riportato dal New York Times e da diversi media americani, la Transportation Security Administration (TSA) avrebbe iniziato a testare l’eliminazione dell’obbligo di togliersi le scarpe durante i controlli di sicurezza in alcuni aeroporti statunitensi, tra cui il LaGuardia di New York.

La notizia, seppur non ancora confermata ufficialmente, rappresenterebbe una svolta epocale per milioni di passeggeri che dal 2006 sono costretti a questa procedura. L’obbligo di rimuovere le calzature fu introdotto come misura di sicurezza dopo che un uomo tentò di far esplodere un ordigno nascosto nella sua scarpa.

L’eredità di Richard Reid

Lo “shoe bomber” era Richard Reid, un terrorista britannico che il 22 dicembre 2001 tentò di far esplodere il volo American Airlines 63 da Parigi a Miami. Reid aveva modificato le sue scarpe da ginnastica inserendo negli spazi vuoti della suola una miscela esplosiva composta principalmente da PETN (pentrite) e TATP (triacetone triperoxide). Durante il volo, tentò di accendere una miccia per innescare l’esplosivo. L’uomo fu fermato da altri passeggeri e dall’equipaggio che notarono un forte odore di zolfo e lo videro chino sulle scarpe con dei fiammiferi.

Il tentativo fallì anche grazie all’umidità che aveva compromesso l’efficacia dell’esplosivo ma l’episodio dimostrò come oggetti apparentemente innocui potessero essere trasformati in armi. Reid fu condannato all’ergastolo e sta scontando la pena in una prigione di massima sicurezza negli Stati Uniti. Questo singolo episodio ha condizionato per oltre due decenni l’esperienza di viaggio di miliardi di passeggeri in tutto il mondo.

Test in corso negli aeroporti americani

A dare per prima la notizia è stata Gate Access, una newsletter specializzata in viaggi scritta da Caleb Harmon-Marshall, ex agente TSA. Secondo le sue fonti, alcuni aeroporti avrebbero già avviato una sorta di “lancio morbido” della nuova prassi, con una comunicazione interna distribuita agli operatori di sicurezza.

La TSA, interpellata sulla questione, ha fornito una risposta generica senza confermare né smentire: “Stiamo sempre esplorando nuove soluzioni per migliorare l’esperienza dei passeggeri e rafforzare i nostri standard di sicurezza. Qualsiasi cambiamento verrà diffuso attraverso i canali ufficiali”.

La misura sembrerebbe già in fase di applicazione sperimentale in vari scali degli Stati Uniti, anche se l’agenzia federale mantiene il riserbo sui dettagli operativi.

Il futuro del TSA PreCheck

Fino ad oggi, l’unico modo per evitare di doversi togliere le scarpe era aderire al programma TSA PreCheck. Al costo di circa 80 dollari per cinque anni garantisce controlli più rapidi e meno invasivi. Similmente, il programma Global Entry offre gli stessi vantaggi.

Se la nuova politica dovesse essere implementata su larga scala, potrebbe segnare un cambiamento di rotta significativo anche per questi programmi a pagamento, che potrebbero dover rivedere i loro vantaggi competitivi.

Un cambiamento atteso da anni negli Usa

La possibile eliminazione dell’obbligo rappresenterebbe non solo un miglioramento dell’esperienza di viaggio ma anche un alleggerimento dei tempi di attesa ai controlli di sicurezza, storicamente uno dei colli di bottiglia più critici negli aeroporti americani. I passeggeri hanno sempre considerato questa procedura particolarmente scomoda, specialmente durante i mesi invernali quando indossano calzature complesse da rimuovere e rimettere.

L’evoluzione tecnologica degli scanner di sicurezza potrebbe aver reso possibile questo cambiamento. Le nuove apparecchiature sono, infatti in grado di rilevare minacce attraverso materiali diversi con maggiore precisione rispetto ai sistemi utilizzati nel 2006.

Inoltre, la TSA ha accumulato quasi due decenni di esperienza nell’identificazione di pattern sospetti e nell’analisi comportamentale dei passeggeri. Si tratta di elementi fondamentali, che potrebbero compensare la riduzione di alcune procedure fisiche di controllo.

Se implementata definitivamente, questa misura potrebbe rappresentare il primo passo verso una generale semplificazione dei controlli di sicurezza aeroportuali, con possibili ripercussioni positive anche per altri paesi che spesso seguono le politiche di sicurezza americane.

Resta da vedere se e quando la TSA deciderà di rendere ufficiale questo cambiamento, che potrebbe trasformare radicalmente l’esperienza di viaggio per milioni di passeggeri.

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