E’ decollata dal Kennedy Space Center in Florida, alla volta della ISS, la Stazione Spaziale Internazionale, la navicella Crew Dragon, frutto della collaborazione fra la SpaceX di Elon Musk e la Nasa.
A bordo 4 astronauti, sono i tre americani Michael Hopkins, comandante della missione, Victor Glover e Shannon Walker e il giapponese Soichi Noguchi, dell’agenzia spaziale giapponese (JAXA).
Il viaggio di “Resilience”, questo il nome assegnato alla navicella spaziale Crew Dragon, è dunque iniziato.
Le condizioni meteo erano ottimali e dodici minuti dopo il decollo, a un’altitudine di 124 miglia e a una velocità di 16.800 miglia orarie (circa 27.000 chilometri), la capsula si è separata con successo dal secondo stadio del razzo ed ha intrapreso il suo cammino verso la ISS. È previsto che la navicella raggiunga la Stazione spaziale internazionale alle 5 del mattino dopo 25 ore di volo, e gli astronauti vi rimarranno per ben 6 mesi.
E’ il secondo lancio con esseri umani dal suolo statunitense dal 2011, quando la NASA chiuse il programma spaziale degli Shuttle. Il lancio di Crew-1 segna in ogni caso un momento storico per la NASA, in un momento in cui i piani dell’agenzia spaziale sono piuttosto incerti, per quanto riguarda le esplorazioni con esseri umani.
La missione assume un significato particolare proprio per gli Usa, costretti fino a ieri a chiedere assistenza all’agenzia spaziale russa Roscosmos per portare i propri astronauti in orbita attraverso la Soyuz, pagando per ciascuno cifre imponenti che si aggirano intorno agli 80 milioni di dollari.
Grazie alla collaborazione con Space X oggi la Nasa torna ad una autonomia operativa persa da anni. Non solo infatti può ripartire dalla Florida con evidenti risparmi ma portare in orbita anche più astronauti. La Soyuz ha infatti una portata massima di tre astronauti, mentre Crew Dragon può trasportarne fino a quattro cosmonautici. Con questo viaggio l’equipaggio della ISS salirà da sei a sette membri. Non era mai successo che la Stazione spaziale fosse così affollata. Sono in corso infatti i lavori per consentire di ospitare tutti gli astronauti in arrivo. E’ possibile che per qualche giorno uno di loro – certamente sarà il comandante Hopkins – possa dormire sulla Crew Dragon in attesa che tutto sia pronto per accoglierlo.
“È un grande giorno per gli Stati Uniti d’America, e un grande giorno per il Giappone”, ha detto il numero uno della NASA Jim Bridenstine in una conferenza stampa post-lancio.
Alla partenza hanno assistito in Florida il vicepresidente degli Stati Uniti Mike Pence: “una nuova era dell’esplorazione umana dello spazio”, mentre il successo del lancio è stato salutato anche dal presidente Donald Trump: “grande!”.
Grande attenzione c’era naturalmente per le dichiarazioni del presidente eletto Joe Biden che non si sono fatte attendere: “è la testimonianza del potere della scienza e di ciò che possiamo realizzare sfruttando la nostra innovazione, l’ingegno e la determinazione”.
Una dichiarazione importante per molti che invece temono un cambio di strategia della Casa Bianca circa i programmi spaziali americani. Negli ultimi anni, l’amministrazione di Donald Trump ha fatto forti pressioni per tornare a esplorare la Luna nell’ambito del programma spaziale, che dovrebbe portare per la prima volta un’astronauta sul suolo lunare entro il 2024. Non si ha ancora nessuna notizia circa l’interesse del Presidente eletto Biden sul futuro dei programmi spaziali. Molti temano un rallentamento rispetto alla politica di Trump, che non ha mai negato quanto ritenesse strategico per gli USA tornare ad essere leader nei programmi spaziali.
Se tutto proseguirà come previsto si entrerà in una nuova fase dei viaggi orbitali con SpaceX che diverse volte all’anno porterà astronauti della NASA, e di altre agenzie spaziali compresa l’europea ESA, verso la ISS.