Bonus al personale Ryanair per i bagagli fuori misura
La compagnia low cost irlandese Ryanair ha deciso di aumentare gli incentivi economici per il personale aeroportuale che individua bagagli a mano fuori misura prima dell’imbarco. Il bonus passerà da 1,5 a 2,5 euro per ogni valigia non conforme fermata ai controlli. Eliminato il tetto mensile fissato a 80 euro.
L’annuncio è arrivato direttamente dal CEO Michael O’Leary, che non ha mostrato alcun ripensamento sulla decisione: “Aumenteremo il bonus probabilmente dall’inizio del programma invernale a novembre di quest’anno e non mi scuso assolutamente per questo”. Una posizione netta che conferma la strategia aziendale di massimizzare i ricavi accessori attraverso le penali sui bagagli.
La logica dei controlli intensificati
O’Leary ha spiegato la filosofia dietro questa scelta: “Voglio che il nostro personale addetto all’assistenza a terra fermi chi raggira il sistema”. L’obiettivo dichiarato è quello di incentivare controlli più rigorosi sulle dimensioni dei bagagli a mano, che devono rispettare standard precisi per evitare penali fino a 75 euro e l’imbarco forzato in stiva.
La rimozione del tetto mensile rappresenta un ulteriore passo nella direzione di controlli più serrati. Il personale potrà ora accumulare bonus illimitati, proporzionalmente al numero di bagagli non conformi individuati, creando un sistema di incentivazione diretta legato alle sanzioni comminate ai passeggeri.
Le critiche delle associazioni dei consumatori
La decisione di Ryanair ha scatenato dure reazioni da parte delle associazioni di tutela dei consumatori. Assoutenti ha definito il meccanismo “una scelta profondamente sbagliata nella forma e nel merito”, giudicando “inaccettabile” la politica adottata dalla compagnia irlandese.
“Nei viaggi e in particolare nel trasporto aereo il personale non deve essere posto in contrasto con il viaggiatore, trasformando il controllo delle regole in una sorta di caccia al passeggero”, ha dichiarato il presidente Gabriele Melluso. Secondo Assoutenti, dovrebbe prevalere invece “un rapporto di collaborazione fondato sul rispetto reciproco e sulla fiducia” tra passeggeri e operatori del settore.
L’associazione ha sottolineato come questa politica rischi di trasformare gli operatori della compagnia aerea in “sceriffi premiati in base alla severità o al numero di sanzioni comminate”, aprendo la strada a “eccessi e comportamenti vessatori a danno dei passeggeri”.
Codacons: “Autogoal clamoroso di Ryanair”
Ancora più dura la posizione del Codacons, che ha parlato di “un autogoal clamoroso sul piano dell’immagine” e di una strategia che “rischia di minare ulteriormente il rapporto di fiducia tra consumatori e la compagnia low cost”. L’associazione teme che incentivare il personale a individuare bagagli non conformi possa trasformare la verifica delle dimensioni in “una caccia al centimetro”.
“Chi viaggia in aereo merita regole chiare e applicate con buon senso, non un clima di sospetto che trasforma ogni bagaglio in una potenziale fonte di guadagno”, ha commentato il Codacons, annunciando possibili azioni presso le Autorità competenti per verificare la correttezza di queste pratiche.
Un modello di business controverso
La decisione di Ryanair fa parte di una più ampia strategia aziendale di massimizzazione dei ricavi attraverso servizi accessori e penali. La compagnia ha costruito il proprio successo commerciale su tariffe base molto competitive, compensate da una serie di costi aggiuntivi che possono far lievitare significativamente il prezzo finale del biglietto.
Il nuovo sistema di bonus rappresenta un ulteriore tassello di questa filosofia commerciale, che punta a trasferire parte del controllo qualità direttamente a carico del personale di terra, incentivandolo economicamente a essere più rigoroso nell’applicazione dei regolamenti sui bagagli.
Resta da vedere se questa strategia si rivelerà efficace nel lungo periodo o se, come segnalano le associazioni dei consumatori, finirà per deteriorare ulteriormente il rapporto con la clientela in un settore già caratterizzato da tensioni crescenti tra compagnie aeree e passeggeri.
 
			 
		    





 
                