Sembra sia nata, almeno da un punto di vista formale. La società si chiama Alitalia «ITA», acronimo di «Italia Trasporto Aereo».
I quattro ministri competenti— Economia, Trasporti, Sviluppo economico, Lavoro — hanno finalmente firmato il decreto di costituzione della newco che ufficializza i vertici designati ed il nuovo cda. Il decreto conferma dunque che l’amministratore delegato sarà Fabio Maria Lazzerini e il nuovo presidente sarà Francesco Caio.
La nuova “compagnia di bandiera” parte con la prima dotazione di 20 milioni da parte del ministero dell’Economia che avrà il 100% della società.
Purtroppo quello che in altri paesi è l’atto finale di un percorso, in Italia è solo l’inizio.
Se ora l’iter non avrà intoppi, secondo l’ad Fabio Lazzerini gli aerei della nuova compagnia prenderanno il volo all’inizio del 2021.
Lo stallo per la nascita di Alitalia Ita è durato tanto a causa della ricerca dei nomi dei consiglieri che ‘accontentassero’ le forze della maggioranza di governo.
Il litigio durato mesi, a scapito degli italiani, è stato risolto solo con la classica ricetta all’italiana. Per venire incontro alle richieste di poltrone di tutti i partiti, il Cda è stato allargato da 7 a 9 componenti offrendo gli equilibri nella spartizione delle poltrone.
La nuova “ITA”
Legalmente nasce ITA «Italia Trasporto Aereo Spa». La società – si legge nel decreto – avrà un «piano di industriale di sviluppo e ampliamento dell’offerta che include strategie strutturali di prodotto» mediante «l’esercizio in via diretto o attraverso società partecipate di linee e collegamenti aerei fra l’Italia e i Paesi esteri, lo svolgimento direttamente o indirettamente di operazioni di riparazione, manutenzione di aeromobili, di noleggio o di assistenza a terzi e anche di attività aereo-didattica». E ancora: la newco è «autorizzata a compiere operazioni immobiliari, mobiliari, commerciali, industriali, ferroviarie, nonché a partecipare a gare pubbliche o a sviluppare sinergie e alleanze per lo svolgimento di attività trasporto aereo anche al di fuori del territorio italiano».
Le rotte americane considerate “essenziali” nel piano industriale
I nuovi vertici ora potranno lavorare affinare la bozza di piano industriale che prevede, almeno inizialmente, circa 90 aerei e 6.500 dipendenti.
A grandi linee – secondo le indiscrezioni – il piano dovrebbe puntare sulle rotte di lungo raggio, in particolare quelle verso gli Usa, “le più profittevoli”, ha detto Lazzerini il mese scorso in audizione alla Camera. Sarà rafforzata inoltre l’integrazione con Fs.
C’è poi il tema delle alleanze che è sicuramente uno snodo fondamentale del piano industriale. Occorre però essere molto lungimiranti perché Il mondo delle compagnie aeree è un mondo di alleanze ed è difficile rimanere in piedi da soli. Sul tema “bisogna essere molto laici e vedere sul tavolo cosa si mette, consapevoli che le rotte soprattutto quelle americane sono estremamente importanti. Il lungo raggio vuol dire privilegiare il mercato nordamericano che è un mercato sotto servito e estremamente profittevole dove è necessaria una ulteriore espansione. Il Sud America è da preservare, sull’Asia e Cina dobbiamo ragionare mentre il Giappone va benissimo”.
Gli Usa sembrano però essere fondamentali nel piano di sviluppo della nuova compagnia. In questo senso da segnalare che venerdì Usaerospace ha ribadito il proprio interesse a entrare in partnership con lo Stato e a investire 1,5 miliardi di dollari.
I prossimi passi
Ora il decreto (entro 30 giorni) andrà in parlamento per la conversione. Intanto però si può partire (e non è poco) con il piano industriale.
Ovviamente perché la Commissione europea non intraveda “aiuti di stato” ed approvi, bisogna che il Governo dimostri l’assoluta discontinuità rispetto al passato, ovvero la nuova Alitalia non dovrà avere nulla in comune con la vecchia. Bruxelles deve infatti pronunciarsi sugli aiuti da 1,3 miliardi ricevuti a partire dal 2017 quando la società fu commissariata dall’allora governo Gentiloni.
Da quello che si sussurra nei corridoi della Commissione gli aiuti saranno certamente considerati ‘di stato’, quindi illegittimi e da restituire. Ma il peso ricadrà tutto sulla vecchia compagnia che diventerà una sorta di bad company dove finiranno anche gli esuberi di personale.
Se il debito dovesse essere respinto, resterà comunque in carico all’amministrazione straordinaria, in quella bad company. Perché la nuova Alitalia avrà non più di 6mila-6.500 dipendenti (contro gli 11.500 attuali), con una flotta di 90 aerei.
La nuova società si ritroverà invece con una dotazione di 3 miliardi, stanziati dal governo nel decreto Rilancio.
Le dichiarazioni di rito
«Poniamo le basi per il rilancio del trasporto aereo italiano attraverso la scelta di manager di primo livello in grado di elaborare e attuare un piano industriale solido e sostenibile», dichiara il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri.
«Si tratta di una grande operazione industriale al servizio del Paese, a sostegno della competitività delle imprese e per il rilancio del turismo italiano», aggiunge la ministra Paola De Micheli (Trasporti).
«La crisi economica provocata dalla pandemia ci permette oggi di pensare a un concreto rilancio della nostra compagnia di bandiera», sostiene il ministro Stefano Patuanelli (Sviluppo economico).
«Siamo di fronte ad una sfida che occorre vincere per dotare il Paese di un vettore che valorizzi le professionalità e le competenze», fa eco la ministra Nunzia Catalfo (Lavoro).
«Era ora che arrivasse il decreto di costituzione: da questo momento inizia una nuova epoca e non bisogna sbagliare mosse a partire dall’elaborazione di un piano industriale ambizioso, che auspichiamo di conoscere al più presto», dichiara Salvatore Pellecchia, segretario generale della Fit-Cisl.
«Bene la firma del decreto e le nomine del Cda che esprimono anche competenze del settore, ma permane la preoccupazione per la complessità della situazione e per i quasi 7 mila lavoratori in cassa integrazione», ricorda il segretario nazionale della Filt Cgil Fabrizio Cuscito.
«C’è bisogno di una sede di confronto permanente tra ministeri interessati e le organizzazioni sindacali», chiede Cuscito. «Finalmente si è superato uno stallo di mesi, dopo le tante forti sollecitazioni che abbiamo fatto alla politica affinché la newco fosse costituita», dicono il segretario generale di Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi, e il segretario nazionale, Ivan Viglietti.