Quattro generazioni, 139 anni di storia alle spalle e da quanto si intravede un brand che nel prossimo futuro si rafforzerà fuori dai confini italiani, queste le facili previsioni per l’azienda torinese produttrice del caffè Vergnano.
La piccola azienda di torrefazione ha stretto un accordo con il colosso Coca Cola HBC, alla quale cederà il 30% della sua compagine azionaria ed in cambio, alla Vergnano, verrà garantita una piattaforma logistica e canali di distribuzione capillari a livello internazionale, un vero e proprio trampolino verso il mondo.
Caffè Vergnano è considerata, tra le grandi torrefazioni, la più antica azienda produttrice di caffè a livello nazionale. Fondata nel lontanissimo 1882 a Chieri e con sede a Santena, oggi la famiglia Vergnano produce ancora il suo caffè in una torrefazione di 13.500 mq proprio a Santena, 160 i dipendenti e 22 linee di produzione automatizzate.
L’azienda è già presente in ben 90 Paesi e l’accordo con Coca Cola HBC ha lo scopo di definire un importante progetto di internazionalizzazione del prodotto.
Addio ad un’altra azienda storica del made in Italy?
Seppure l’accordo ha determinato la cessione di una parte consistente dell’azienda torinese, dalla firma tra i signori Vergnano e la Coca Cola , l’azienda torinese ha fatto ingresso nel mondo dei grandi numeri della distribuzione gli stessi del colosso Coca Cola HBC, attualmente presente in ben 3 continenti, con più di 600 milioni di consumatori distribuiti in 28 Paesi.
Il colosso statunitense infatti, venderà attraverso i suoi canali ed in esclusiva il caffè dell’azienda italiana all’estero.
Non sono stati divulgati i dettagli dell’accordo, ma si sa che la governance sarà mantenuta dalla famiglia Vergnano che ne resterà alla guida e non impatterà sul mercato italiano né strategicamente né a livello distributivo. Nessun cambiamento sul fronte lavoratori.
Successivamente alla sigla del contratto sono giunti i commenti di Franco e Carlo Vergnano, rispettivamente ceo e presidente di Caffè Vergnano.“La firma di questo accordo con Coca-Cola rappresenta un momento importante per l’evoluzione di Caffè Vergnano: è la conferma di come un family business gestito in modo coerente e consapevole possa raggiungere grandi obiettivi senza perdere la propria natura e i propri valori”
L’accordo per Coca Cola HBC
Il colosso prosegue la sua espansione nel settore drink, che già comprende i marchi Coca-Cola Zero, Schweppes, Kinley, Costa Coffee, Valser, Römerquelle, Fanta, Sprite, Powerade, Fuze Tea, Dobry, Cappy, Monster e Adez.
L’amministratore delegato di Coca-Cola HBC, Zoran Bogdanovic, ha dichiarato che grazie all’ingresso di Caffè Vergnano “abbiamo la possibilità di costruire un portafoglio completo di caffè capace di soddisfare le diverse preferenze dei consumatori” e assicura che la multinazionale resterà “rispettosa dei 140 anni di storia dell’azienda”.
Un momento d’oro sembra accompagnare Coca-Cola Italia, la quale attualmente impiega nel bel Paese circa 2mila dipendenti e dopo oltre un anno di trattative avrebbe deciso di riaprire un vecchio stabilimento a Gaglianico in provincia di Biella.
Ad oggi sono 5 gli stabilimenti di Coca-Cola in Italia: uno a Marcianise, provincia di Caserta, uno a Nogara, provincia di Verona, il terzo a Oricola, L’Aquila, il quarto alle Fonti del Vulture, Basilicata e l’ultimo a Roccaforte Mondovì, provincia di Cuneo
Siglato l’accordo, la famiglia Vergnano ha altri progetti già presenti nel piano industriale che prevede la realizzazione di un magazzino per il caffè crudo, nel polo di Valfenera, che successivamente diventerà prima uno stabilimento e poi un magazzino per i prodotti finiti, da affiancare ai due poli produttivi già esistenti, uno per il caffè macinato e uno per le capsule.
Nessuna ennesima svendita di una società italiana, piuttosto, un’azienda familiare rispettosa della sua storia, una famiglia di imprenditori uniti da obiettivi ambiziosi che ben rappresenta il valore dell’Italia nel mondo.